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Angolo di
FATIMA |
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Appuntamento
con il libro… |
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Fatima ci
suggerisce le sue letture preferite... |
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anche
attraverso il suo sito
Le parole tra noi leggere |
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Don DeLillo
Zero K
Einaudi 2016 |
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La
crioconservazione è una metodologia che consente la
conservazione di un corpo fino al giorno in cui sarà
possibile riportarlo in vita. Convergence è il sistema
creato per realizzare questa crioconservazione.
Il narratore, Jeffrey Lockhart, ha un padre assai ricco,
Ross, sessantenne, sposato, per la seconda volta, con Artis
Martineau, molto malata; per questa ragione Ross decide di
affidarsi ad un’azienda dalla tecnologia avanzata in grado
di applicare la crioconservazione alla moglie in attesa che
la scienza sia in grado di curarla. Jeffrey accompagna il
padre e la sua seconda moglie in questa estrema avventura.
Sembra un racconto fantascientifico, ed in parte lo è, ma ci
propone riflessioni molto attuali.
Il tema dello scontro tra scienza e religione per il
controllo sulla vita umana è qualcosa che ormai ci riguarda
da vicino, così come pensare alla morte e al suo
significato.
Altro tema importante è quello della potenza incontrollata
della tecnologia: lo scrittore ci propone una descrizione
lucida dell’ alienazione che l’uso del digitale opera su di
noi.
Don Delillo in questa nuova opera, come negli altri suoi
romanzi, sa rappresentare la vita in Occidente tra la fine
del ventesimo secolo e l’inizio del nuovo millennio come
nessun altro.
http://www.leparoletranoileggere.it/2017/10/30/crioconservazione/#more-1389 |
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Francis Scott
Fitzgerald
Il grande Gatsby
Traduzione di Fernanda Pivano
Einaudi 2014 |
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Gatsby
commette due gravi errori: il non rendersi conto che i sogni
non possono essere trasportati da un’età ad un’altra;
inoltre, il rimanere così concentrato sul proprio sentimento
per Daisy da non vedere come la superficialità luccicante di
lei non potesse sopportare il peso di una vera passione
d’amore.
Tutta la vita di Gatsby è tesa a raggiungere
l’irraggiungibile; per questo scopo è lecito ogni mezzo e il
giovane povero di provincia che si chiamava Jimmy Gatz
diventa il ricco self-made man Gatsby attraverso affari di
ogni tipo, spesso poco puliti.
Ma il mondo dei veri ricchi non sarà mai il suo mondo, bensì
quello di Daisy, la ragazza per bene che un giorno l’ha
incantato per sempre e che lui, abbagliato dal suo stesso
sentimento, pensava di poter conquistare. Il tragico epilogo
ha l’aspetto di un’allegoria, quella del sogno americano che
si infrange mostrando tutta la precarietà e l’effimera
vanità di una vita costruita inseguendo il successo.
http://www.leparoletranoileggere.it/2017/08/01/gatsby-grande-gatsby/#more-1375 |
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Qiu Xiaolong
Cyber China
Marsilio 2014 |
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Corruzione: è
questo il problema che affligge le società dove l’intreccio
tra burocrazia e scarsa trasparenza avvelena la vita civile.
La Cina di oggi, che unisce ad un inedito liberismo
economico una gestione non democratica del potere in mano al
Partito unico, ne è afflitta e per l’ispettore capo Chen,
che è anche membro autorevole del partito, è difficile
muoversi alla ricerca della verità, perché i capi pretendono
che il modello cinese sia improntato ad “armonia e
integrità” anche a costo di coprire delitti gravi. Chen deve
indagare sull’apparente suicidio di un alto funzionario
pubblico e la cautela è d’obbligo.
Il pregio del romanzo sta tutto nell’analisi della Cina
odierna, sospesa tra una difficile modernità e
l’attaccamento al passato, dove ancora sono presenti i
traumi della Rivoluzione Culturale da cui molti sono usciti
umiliati nonostante le riabilitazioni e dove nuovi modi di
protesta attraverso l’uso di internet danno voce al
malcontento popolare; Chen è una persona sensibile e colta,
amante della poesia e poeta egli stesso; attraverso le
vicende quotidiane di questo personaggio, l’autore ci
introduce in modi di vivere e sentire molto diversi dai
nostri e ci racconta un pezzetto di civiltà “altra”
affascinante.
http://www.leparoletranoileggere.it/2017/10/07/corruzione-cyber-china-chen-indaga/#more-1382 |
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Pietro Citati
Leopardi
Mondadori 2010 |
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Il libro, che
potremmo definire un saggio-romanzo, si apre con gli
splendidi ritratti di Monaldo e Adelaide Leopardi, ricrea
l’allegra infanzia di Leopardi, tra letture di favole e
affettuose cure del padre, per aprire poi la dolorosa strada
verso la terribile malattia (tubercolosi ossea o morbo di
Pott) che, a cominciare dai suoi 16 anni, ha devastato la
vita del poeta.
Il racconto alterna la descrizione delle vicende e delle
relazioni sentimentali e sociali del Leopardi con l’analisi
del suo pensiero e delle sue opere.
Avvincente nel delineare ambienti, personaggi e vicende,
interessante nel tracciare i percorsi mentali leopardiani,
diventa a volte pedante, forse prolisso, nell’analisi dei
testi (ma forse è perché ci sembra di ritornare sui banchi
di scuola alle prese con le famigerate e distruttive
versioni in prosa delle poesie di Leopardi).
E’ comunque un’opera ricchissima, capace di risvegliare la
voglia di poesia, e soprattutto di farci sentire Leopardi
come un fratello amato che si vorrebbe abbracciare per
consolarlo di tutta l’infelicità che ha distrutto la sua
vita, regalando a noi, nel contempo, pagine insuperate.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/06/26/leopardi/ |
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Irène
Nemirovsky
Suite francese
Adelphi 2005 |
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Suite
francese contiene due (“Temporale di giugno” e “Dolce”)
delle cinque parti di quello che doveva essere un grande
affresco degli anni di guerra in Francia e che l’autrice non
ha fatto in tempo a completare.
In “Temporale di giugno” si descrive, con rara maestria e
con un andamento di vasto respiro, la fuga dei Francesi da
Parigi durante l’invasione nazista. In “Dolce” c’è la storia
dell’occupazione tedesca vista dagli occhi degli abitanti di
Bussy; in particolare si racconta l’amore impossibile tra
Lucile e l’ufficiale tedesco ospitato nella casa dove lei
vive con la suocera.
Lo sguardo della scrittrice è, al solito, penetrante e
tagliente, risparmia pochi, di solito le persone più miti,
oppure quelle ingenue e giovani.
Nella Postfazione di Suite francese di Myriam Anissimov si
traccia la vita della Némirovsky a partire dalle vicende
della sua famiglia in Russia, una vita che da sola
costituisce un romanzo: la storia di una scrittrice che
affascina anche al di là dei suoi romanzi.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/06/18/suite-francese/ |
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Ian McEwan
Solar
Einaudi 2010 |
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Michael Beard
è basso, grasso, calvo e ha cinquantatrè anni; è
intelligente, è Premio Nobel per la Fisica, è un marito
infedele e tutti i suoi matrimoni sono falliti. Ora, dopo
cinque anni, si sta deteriorando il suo quinto matrimonio.
La sua vita si svolge tra conferenze e attività varie, con
la costante sensazione di non aver più nuove idee; messo a
capo di un Centro nazionale per le energie rinnovabili, è
circondato da giovani ricercatori geniali, di cui non
capisce, spesso, i ragionamenti, perché non si aggiorna.
Tutte le sue energie sono assorbite dalle sue vicende
private, ma tutto, privato e pubblico, rotola
inesorabilmente verso il baratro.
Beard è un personaggio sgradevole e affascinante: pieno di
sè, egoista, disprezza gli altri, non sa amare, è goloso e
lussurioso, si caccia in situazioni assurde proprio per
soddisfare i suoi istinti.
Dopo intricate situazioni si vota anche lui alla “missione”
di salvare il pianeta – per convinzione? per interesse? per
sete di gloria?
Una vita emblematica quella di Beard, una parabola della
vocazione dell’umanità all’autodistruzione.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/06/02/solar/ |
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Henning
Mankell
Il cinese
Marsilio, 2008 |
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La storia
comincia in un gelido gennaio svedese, quando si scopre lo
sterminio di quasi tutti gli abitanti di un piccolissimo
villaggio (diciannove persone).
Ma il vero inizio si perde nel passato…
Il personaggio principale è il giudice Birgitta Roslin, che
si occupa del caso perché scopre di essere imparentata con
alcune vittime; Birgitta è una donna quasi sessantenne,
sposata e madre di tre figli grandi, con un passato
“maoista”. E questo è uno dei legami che ha con la Cina. Ed
è proprio la Cina l’altra protagonista del romanzo; della
Cina si raccontano una parte del passato, le contraddizioni
del presente, il prevedibile futuro, in un libro che è un
giallo serrato e avvincente, ma non solo; il valore di
quest’opera sta proprio nella densità di stratificazioni: si
scava e si scoprono storia, psicologia, politica; e tutto
questo senza mai perdere l’interesse, anzi, è impossibile
staccarsi dalla lettura fino alla fine.
http://www.leparoletranoileggere.it/2017/04/13/cina-vicina/#more-1310 |
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Irène
Némirovsky
Jezabel
Adelphi 2007 |
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La storia si
apre con un processo: siamo a Parigi nel 1934 e sul banco
degli imputati siede Gladys, ovvero Jezabel, come viene
chiamata da quello stesso giovane che lei ha ucciso.
Il processo in realtà è la fine della narrazione che
racconta la vita di Gladys e le vicende che l’hanno condotta
a quel drammatico epilogo.
Questa figura femminile è il ritratto della madre della
scrittrice: una donna egoista, affascinante e dedita
esclusivamente al culto della propria bellezza; è una figura
materna che nulla ha di materno; incapace di amare, ha avuto
solo un fugace moto di tenerezza per la figlia, quando,
essendo troppo piccola, non poteva offuscare la sua
bellezza. Ma anche la figlia, crescendo, diventa per lei una
potenziale nemica in quanto, per il solo fatto di essere
ormai una donna, è la testimone del trascorrere del tempo
sulla pelle della madre.
Nell’opera della Némirovsky la relazione tra madre e figlia
è centrale, ricorre anche nei romanzi in apparenza meno
autobiografici e si colora sempre di un’amarezza senza
rimedio.
La scrittrice sa scavare con sagacia nelle dinamiche di un
rapporto conflittuale, dove la vanità di una donna bella e
l'ossessione della vecchiaia cancellano ogni possibilità di
affetto e comprensione.
http://www.leparoletranoileggere.it/2017/05/14/jezabel/ |
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Miti romani
Licia Ferro e Maria Monteleone
con un saggio di Maurizio Bettini
Einaudi 2010 |
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Dimentichiamo
i miti greci: si respira un'aria decisamente diversa; qui
prevalgono la religiosità, l'austerità, il buon esempio e...
tanta superstizione.
Qui gli eroi sono tutti pervasi dal senso del dovere e
dall'amor di patria; l' individualismo è subordinato al bene
comune, che è il parametro per giudicare ogni persona, uomo
o donna, nobile o plebeo, buono o cattivo, e che costituisce
il criterio per dividere il buon esempio da seguire e il
cattivo esempio (che pur è narrato) da rifuggire.
Qui si può rivisitare la romanità attraverso il racconto
dell'origine delle festività e dei nomi dei luoghi; non
solo, ma possiamo anche recuperare le radici di tanti
pregiudizi consolidati nel tempo, ed ancora possiamo
ripercorrere la strada di molte nostre abitudini, credenze,
modi di dire.
É questo, io credo, il fascino del libro: parla di noi,
quasi un' autobiografia; molti aspetti della liturgia
cristiana, che - credenti o non credenti - permea la nostra
cultura e la nostra forma mentis, sono mutuati da antiche
credenze dei Romani.
C'è da aggiungere che è una lettura molto piacevole, perché
è un libro di favole, anzi di "fabulae".
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/05/01/miti-romani/ |
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Georges
Simenon
La camera azzurra
Adelphi 2010 |
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Che dire di
Tony? Niente di esaltante; un bell’uomo, sembra; un po’
vanesio, piuttosto ignorante, orgoglioso di essersi fatto da
sé (lui, figlio di immigrati italiani e in quanto tale
emarginato), un po’ zuzzurellone (come si diceva in altri
tempi), nel senso che pur essendo sposato non disdegna
qualche avventura in giro nei paesi e nelle fiere che
frequenta per lavoro; tutto sommato una persona semplice ed
anche un buon ragazzo.
Finché non compare – anzi ricompare, dal momento che era sua
compagna di scuola – Andrée. Anche lei sposata; suo marito
Nicolas, il droghiere del paese, è cupo ed ammalato. Tra
Tony ed Andrée comincia una relazione, che diventa sempre
più ossessiva. Apprendiamo ciò che succede un po’ alla
volta, seguendo il filo dei ricordi di Tony e quel che
emerge dagli interrogatori; perché c’è un’indagine, e dove
c’è un’indagine c’è anche un delitto, forse più d’uno…
Tutto si svolge in quella provincia francese che Simenon sa
dipingere con abilità ineguagliabile, ambiente fisico
localizzato con precisione e tuttavia anche luogo
dell’anima.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/02/08/la-camera-azzurra/ |
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Qiu Xiaolong
La ragazza che danzava per Mao
Traduzione di Fabio Zucchella
Marsilio 2012 |
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L'ispettore
Chen Cao si aggira in una Shanghai dove il divario tra
ricchi e poveri è abissale, dove la corruzione dilaga, dove
gli affaristi fanno, appunto, affari d'oro.
E dove, come nel resto della Cina, la figura di Mao pervade
ogni angolo ed ogni animo, sia nell'odio che nell'idolatria,
perché Cina e Mao sono tutt'uno, anzi Cina e mito di Mao.
Ma anche è la Cina dove i rancori seminati dalla Rivoluzione
Culturale e dalla Banda dei Quattro sono ancora vivi. E Mao
è il moderno imperatore che degli imperatori cinesi ha preso
ogni aspetto. Perfino la vicenda qui narrata ha la sua
chiave nella figura di Mao.
Trama avvincente anche se poco verosimile, almeno secondo
certi parametri: il lettore occidentale la segue con un
effetto di straniamento, come se quel che si legge
succedesse in un mondo parallelo in cui si riconoscono gli
ingredienti, perché appartengono al mondo contemporaneo, ma
vengono mescolati con uno strano condimento, da alieni.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/04/27/la-ragazza-che-danzava-per-mao/ |
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José Saramago
Cecità
Einaudi 2008 |
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All'improvviso il conducente di una macchina diventa cieco,
viene condotto a casa da un passante che poi gli ruba
l'auto. Anche il ladro diventa cieco. E poi l'oculista che
lo ha in cura. E via via tutti gli abitanti della città. E
l'epidemia si allarga, mentre i malati vengono internati in
un ex manicomio dove le condizioni di vita sono terribili.
Solo la moglie dell'oculista, tra i rinchiusi, ci vede (ha
finto di essere cieca per non abbandonare il marito) e, tra
esperienze orribili, grazie al suo coraggio e alla sua
forza, riesce ad organizzare la resistenza contro i
prepotenti che all'interno di questo lager dettano legge; è
lei che guiderà poi, all’esterno, il suo piccolo drappello
attraverso le strade di una città sconvolta dal tracollo di
ogni regola civile.
Il libro ci narra la parabola della nostra epoca di non
vedenti, accecati dal mondo-spettacolo delle parvenze e
scaraventati lontano dalla vera essenza delle cose; la
grandezza dell’autore è in questa capacità di raccontarci
allegorie in modo discreto, senza appesantire la vicenda,
che conserva tutta la forza, l’orrore e la vivacità del
reale.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/11/22/cecita/ |
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Alice Hoffman
Il matrimonio degli opposti
Neri Pozza 2016 |
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Anima errante
e sognatrice, Rachel Pomié, la madre del grande pittore
Camille Pissarro si mostra, fin da piccola, una ribelle
forte e caparbia, decisa a realizzare i propri sogni di
libertà ed indipendenza. Nata nell’isola di St.Thomas nel
1795 da una famiglia ebrea agiata, le sue aspirazioni sono
ostacolate dall’epoca, dal luogo, dalle ferree convenzioni
sociali della sua gente. Per tutta la vita, insieme
all’amica Jestine, figlia creola della cuoca di famiglia,
sogna di solcare il mare e raggiungere Parigi, ma la vita è
spesso crudele con chi vive di illusioni: a Rachel non
vengono risparmiati dolori e infelicità; neppure quando
troverà il suo vero amore, colui che sarà il padre di
Camille Pissarro, potrà godere di un po’ di pace.
Mentre grandi avvenimenti sconvolgono le Americhe e la
vecchia Europa, la vita di Rachel si avvia verso l’età dei
ricordi e delle nostalgie.
L’autrice è statunitense, ma narra come potrebbe farlo
Isabel Allende o, qualcuno ha scritto, Gabriel García
Márquez, in modo favoloso ed appassionato.
http://www.leparoletranoileggere.it/2016/11/05/anima-errante/#more-1208 |
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Stefano Benni
Margherita Dolcevita
Feltrinelli 2005 |
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Margherita
Dolcevita è “una bambina in scadenza”, nel senso che ha
quindici anni; la sua filosofia consiste in una sincera
sfiducia nei confronti di un miglioramento del mondo da
parte degli adulti.
Con la sua famiglia vive in una casa modesta ai bordi di una
campagna quasi del tutto disastrata. Là vicino viene
costruito un cubo, villa modernissima, con tanto di muro,
cane feroce, gorilla, servitù; è abitato dalla ricca
famiglia del signor Del Bene. Il cubo è impenetrabile, ma
sulle finestre, all'esterno, sono proiettate immagini di
felice vita familiare secondo gli standard televisivi. Tutti
vengono trasformati e rimbecilliti da questo
cubo-televisione. Chi non si adegua alle leggi del
consumismo va incontro ad oscure rappresaglie.
Riuscirà la saggezza di Margherita Dolcevita a salvare il
suo piccolo mondo – o addirittura il mondo intero-
dall’abisso di colpevole stoltezza in cui è precipitato?
Ancora una volta Benni ci propone con leggerezza ed ironia
personaggi indimenticabili per la loro originalità,
emblematici eppure veri; e ci racconta favole allegoriche
illuminanti.
http://www.leparoletranoileggere.it/2016/11/06/margherita-dolcevita/#more-1219 |
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Nicola
Lagioia
La ferocia
Einaudi 2014 |
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Lo scrittore
ci racconta della disgregazione familiare e sociale della
nostra epoca, di questo nostro mondo impazzito. Già l'inizio
del romanzo è pervaso dalla ferocia di quella figura
femminile che avanza lentamente, nuda e coperta di sangue,
in mezzo alla strada. È Clara Salvemini, figlia di Vittorio,
influente costruttore di Taranto. Che cosa l'ha condotta a
questa fine? Lo sapremo solo alla conclusione del romanzo,
dopo aver ascoltato le voci della famiglia Salvemini: non
c'è una verità, perché niente è condiviso in questa «storia
di due giovinezze, una famiglia, una città, delle colpe dei
padri annidate nella debolezza dei figli, di un mondo dove
il denaro può aggiustare ogni cosa fino all'attimo preciso
in cui è già troppo tardi.» (retro di copertina)
Tutti vogliono fuggire lontano l'uno dall'altro ma il filo
della ferocia li blocca: rimangono impigliati in qualcosa
che non hanno scelto, che non vorrebbero, ma che è più
potente del desiderio di libertà; i legami famigliari tanto
più si sgretolano, quanto più si infittisce la rete che li
intreccia.
La scrittura di Lagioia sconcerta, sembra dispersiva,
barocca, al tempo stesso lucida nell'insistenza descrittiva
di piccoli accadimenti marginali, come una nuvola di falene
o l'apparizione di un topo, piccoli accadimenti marginali e
feroci ( allegorici?).
http://www.leparoletranoileggere.it/2016/02/28/ferocia/#more-1180 |
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Avril Jane
La ragazza del Moulin Rouge. Le mie
memorie
Traduzione di Borelli
Castelvecchi, 2015 |
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Jane Avril fu
una delle tante danseuses del Moulin Rouge. Non era come le
altre, era speciale, per la sua raffinatezza, per l'amore
verso l'arte e la cultura. Divenne famosa soprattutto per i
molti ritratti che le dedicò Toulouse-Lautrec.
Nelle sue memorie, scritte in modo vivace e semplice, con
una verve tutta francese, racconta la sua vita e,
soprattutto, la vita di Montmartre in quel periodo
affascinante che ricordiamo come Belle Époque.
Jane Avril narra la sua fanciullezza felice con i nonni fino
al momento in cui fu affidata alla madre che, segnata da
periodi di squilibrio mentale e da una rabbiosa infelicità,
la trattò con ferocia. La sua adolescenza fu un incubo; poi
nacque in lei quella grande passione che la salverà: la
danza.
Queste memorie sono anche una cronaca di fatti, persone,
locali, umori, gioie e dissapori di Montmartre; in esse si
respira quell'atmosfera a un tempo gioiosa e malinconica di
chi concepisce la vita come una festa, come un romanzo,
sapendo però che la felicità è uno stato di grazia assai
breve e fragile.
http://www.leparoletranoileggere.it/2016/03/31/jane-avril/#more-1198 |
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Ian McEwan
Bambini nel tempo
Traduzione di Susanna Basso
Einaudi 2006 |
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Ci sarà la
parola fine a questo dolore?
Stephen Lewis, autore di libri per bambini, felicemente
sposato con Julie e padre dell'adorata Kate, un giorno ad un
supermercato perde la figlia, forse rapita. La sua vita è
distrutta, si trascina giorno dopo giorno, apatico, senza
più stimoli a vivere. Il matrimonio con Julie frana: lei è
impietrita, chiusa in un dolore che non riesce a condividere
con il marito. La vita di Stephen attraversa vari stadi di
elaborazione del lutto. Intanto le sue vicende si
intrecciano con quelle degli amici Charles e Thelma e con un
comitato governativo inglese che si occupa di educazione dei
figli.
Il dolore, quando è grande, è sempre insopportabile, ma lo
sembra ancor di più se distrugge vite prima felici. |
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Ian McEwan
L'inventore di sogni
Traduzione di Susanna Basso
Einaudi 2009 |
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Un bambino
sogna ad occhi aperti ed immagina avventure con le bambole
della sorella, con il gatto, con la pomata Svanilina, con il
compagno prepotente, con un ladro, con il piccolo cugino;
sogna di essere piccolo e di essere adulto e riflette sulle
realtà che lo portano a crescere. Tanti piccoli racconti con
un medesimo protagonista, Peter. E tutto con l'andamento di
una favola. Forse è una favola un po’ inquietante, perché i
sogni di Peter tendono a liberarlo da tutti coloro che gli
danno fastidio facendoli sparire, ma alla fin fine
l’atmosfera che si respira è serena e tutto si risolve in un
gioco di bambino. E quando, correndo sulla sabbia, pensò che
stava per prendere il volo, “chissà se stava sognando, o
volava davvero”. |
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Cerami
Vincenzo
Fantasmi
Einaudi 2001 |
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Morena è
figlia del musicista (marxista e omosessuale) Rodolfo Maria
Costanzi. Sua madre si è suicidata. Giorgio Jenne, allievo
intelligente ed inquieto di Costanzi, coltiva un rapporto
complicato, tormentato, con Morena - e intanto si sposa con
Alessandra e con lei ha una figlia, Martina. Morena sta
cercando una sua dimensione di vita dopo la morte del padre.
Se ne va in giro, di luogo in luogo, cercando un punto di
ancoraggio, cercando un amore in un mondo in cui nessuno
vuol essere amato. Cambia identità. Con Claudio diventa
Angela e lo assiste nella lavorazione del suo film su
Maometto. Claudio, come tutti i personaggi di questo libro,
ha i suoi fantasmi (il fratello esule a Parigi, il padre
democristiano indagato per corruzione). Morena continua la
sua fuga e diventa Gabriella, alloggiata in un casamento
popolare. Intanto legge, su invito di un editore, lettere e
brani di un'autobiografia (poi distrutta) di Giorgio, da cui
emerge un quadro falsato e poco rispettoso di se stessa e
del padre.
Un nuovo incontro con Giorgio...
Alla fine Morena...
Tutti abbiamo dei fantasmi? Sono propensa a crederlo.
L'importante è tenerli a bada, ché non ci distruggano la
vita. |
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Raymond
Chandler
Finestra sul vuoto
Traduzione di Ida Omboni
Feltrinelli 2002 |
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Tutta colpa
del "doblone Brasher", un gioiello numismatico sparito dalla
collezione del giovane e defunto marito di Elisabeth Bright
Murdock; la ricca vedova incarica Philip Marlowe di
ritrovare la nuora Linda da lei sospettata di aver rubato il
doblone.
L'intreccio si svela a poco a poco e quel che prima sembrava
in un modo si rivela poi profondamente diverso.
Di fronte a tanto fango e cinismo, dove a soccombere sono i
più deboli ed indifesi, una cupa tristezza - ancor più cupa,
perché pacata - incombe su Marlowe: alla fine di tutto si
trova a casa, si versa un drink, gioca una solitaria partita
a scacchi («Magnifici, freddi, inflessibili scacchi, quasi
ossessionanti nella loro silenziosa implacabilità»); è
notte, da fuori arriva un lieve rumore. «...portai il mio
bicchiere in cucina, lo sciacquai, lo riempii di acqua
ghiacciata e rimasi in piedi a sorseggiarlo, davanti
all'acquaio, osservando il mio viso nello specchio».
Un antieroe, consapevole, dolorosamente consapevole, di una
società corrotta popolata da mostri e relitti. |
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Stefano Benni
Cari mostri
Feltrinelli 2015 |
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Narrazioni raffinate o
sboccate, tragiche o ironiche, gentili o sfrontate, così
diverse tra loro: che cosa ci stanno a fare racchiuse in un
unico libro? Ci raccontano la paura. Un viaggio dentro il
buio terrificante dei nostri baratri interiori. Un viaggio
dentro la nebbia come quello del protagonista di uno dei
racconti, uno che si è perso e non trova più la sua casa.
Personaggi strani si aggirano per queste pagine; strani ma
familiari, li conosciamo, siamo noi, visti nello specchio
deformante delle nostre paure: siamo l'uomo annientato dai
numeri (del cellullare, della carta di credito, della
tessera sanitaria...), siamo le/gli adolescenti senza più
capacità di sentimento, e il ricchissimo russo che vuole
comprare tutto, e i bambini che irridono i genitori, e il
direttore del Museo che schiaccia l'insigne egittologa
innamorata del suo lavoro, e l'uomo di mondo che si vanta
dei suoi successi, e... e... .
E la paura aumenta, diventa immensa.
Quanto catartica è la rappresentazione dei nostri terrori?
Non lo so.
Certo è che «Con meravigliosa destrezza Stefano Benni scende
negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere
il brivido più cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i
casi per accendere l'immaginazione intorno ai mostri che
sono i nostri falsi amici, i nostri veleni, le nostre
menzogne.»
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/12/26/paura/#more-1157 |
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Pierre La Mure
Moulin Rouge
Presses de la cité |
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Montmartre è
Toulouse-Lautrec; Toulouse-Lautrec è Montmartre. Il titolo
del romanzo riassume Montmartre e Lautrec, perchè Moulin
Rouge vuol dire soprattutto lui, Henri de Toulouse-Lautrec,
ultimo rampollo di una famiglia di antica nobiltà,
irrimediabilmente segnato nel fisico, e perciò in fuga dal
suo ambiente e dalle occupazioni oziose della sua classe,
per arrivare, anzi sprofondare, nella Butte, la collina di
Montmartre, una specie di zona franca, con locali alla
buona, dove si beveva e si ballava, abitata da povera gente,
frequentata da personaggi anticonformisti, da emarginati, da
artisti di poco successo, da un'umanità in cerca di brevi
momenti di felicità, ma anche da persone dimenticate dalla
fortuna, verso cui Lautrec si sentiva solidale, lui, ricco,
famoso, ma profondamente infelice.
La Mure narra la vita dell'artista in un libro intenso e
appassionante; con accenti commossi delinea il suo
devastante percorso di autodistruzione.
Questo libro ebbe molta fortuna, fu tradotto in varie
lingue, se ne trasse un celebre e premiato film, ne furono
fatti arrangiamenti teatrali più o meno riusciti. La sua
lettura, al di là del valore letterario, ci commuove e ci fa
rivivere un'epoca mitica, quella folle Belle Èpoque così
ingannevolmente felice, che non poteva avere altra
conclusione se non il baratro della guerra mondiale; quasi
una metafora, la vita di Lautrec la rappresenta in pieno,
con la sua sottesa filosofia: “non aspettiamo di essere
felici per ridere”; una filosofia amara, un ridere triste,
come l'espressione dei personaggi ritratti da Lautrec.
http://www.leparoletranoileggere.it/2016/02/18/moulin-rouge/ |
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Lee Harper
Il buio oltre la siepe
2013 Feltrinelli |
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L'altro giorno è scomparsa
Harper Lee; avevo appena finito di rileggere il suo romanzo,
Il buio oltre la siepe: pensavo di trovarlo "vecchio", non
più attuale. Invece mi ha colpito per la freschezza della
narrazione. Forse perché a raccontare è una bambina che vede
tutto con occhi non contaminati dalla cattiveria degli
adulti. Si rimane affascinati dal personaggio di Atticus
Finch, un uomo che persegue il suo scopo - far trionfare la
giustizia - senza ostentazione, senza atteggiarsi ad eroe;
con pacatezza, difende un uomo di colore che è stato
ingiustamente accusato, anche se tutti, nel suo ambiente,
gli sono contro; lo difende perché è innocente, non perché è
di pelle nera; è un atto dovuto, normale, secondo lui, non
eroico. Eppure rimane un personaggio indimenticabile questo
avvocato del Sud, liberale e antirazzista, che educa i suoi
figli alla tolleranza e che è per loro esempio di grande
umanità.
http://www.leparoletranoileggere.it/2016/02/22/atticus/#more-1176 |
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Fred Vargas
Tempi glaciali
Einaudi 2015 |
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Tempi
glaciali non tanto a Parigi, dove opera l'incomparabile
squadra poliziesca del commissario Adamsberg, ma piuttosto
in Islanda (e il ghiaccio lì è di prammatica), dove in
conclusione va a finire un'indagine complicata, che si
dirama in tutte la direzioni, e che l'acchiappanuvole
Adamsberg conduce con quella sua aria sconclusionata,
seguendo piste sotterranee ed indizi che gli frullano in
testa arrivando non si sa da dove. Perfino i suoi
collaboratori (e non si può dire che siano esenti da
stranezze) rimangono sconcertati da questo zigzagare senza
logica apparente.
È un romanzo perfetto: raffinato nei rimandi culturali,
pervaso di una sottile ironia, che emerge con più brio nei
dialoghi dei personaggi, ingegnoso nell'invenzione di una
storia originale ed avvincente: «Tutto inizia con il
ritrovamento di due corpi e la scoperta di uno strano
simbolo scarabocchiato accanto a ciascuno di essi. Ma come
sempre accade nelle storie di Fred Vargas, questo non è che
l'avvio di un'avventura che finirà per snodarsi in mezza
Europa tra una balzana setta di adepti della Rivoluzione
francese e una gita in Islanda finita in tragedia» (dal
retro di copertina)
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/08/16/tempi-glaciali/#more-1133 |
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Gianrico
Carofiglio
La regola dell'equilibrio
Einaudi 2014 |
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L'avvocato
Guerrieri non è sempre sicuro di sé, spesso si scopre
fragile, turbato quando l'immagine ideale che ha di se
stesso si appanna: allora arrivano i dubbi.
Tanto più in questa primavera strana, incerta, in cui gli
succede di dover riflettere sulla precarietà della propria
esistenza, scivolando nella malinconia dei ricordi.
Quando un giudice suo conoscente (avevano frequentato lo
stesso liceo e si erano incontrati sporadicamente
all'università) si rivolge a lui perché lo difenda
dall'accusa di corruzione, accetta ed anche si lascia
coinvolgere, convinto com' è dell'integrità del suo cliente.
Aiutato da Annapaola, l'amica investigatrice, e da lei
confortato, lavora a questo caso che lo porterà presto a
dover riflettere sulla sua professione, sulla sua vita e
soprattutto sul significato di giustizia, potere e
corruzione.
Carofiglio racconta pianamente, ma non in modo banale.
Racconta la vita di quell'ambiente particolare che è il
mondo della legge, spesso si addentra in spiegazioni e
riflessioni su procedimenti e problemi giuridici, ma non è
mai noioso, perché tutto si lega e viene tenuto insieme da
una storia, che è quella del caso che sta trattando, ma
anche delle sue scelte di vita privata, delle sue relazioni
di amicizia e sentimentali; è un libro denso, che non si
esaurisce nell'arco di poco tempo come succede spesso a
questo genere letterario.
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/08/16/equilibrio/#more-1137 |
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Brontë
Charlotte
Jane Eyre
Traduzione di Lamberti L.
Einaudi, 2008 |
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Jane Eyre è
la classica eroina romantica; non le manca nulla: bambina
infelice e poco amata, anzi mal sopportata; adolescente
povera; ragazza pronta a realizzare se stessa con le proprie
forze e grazie alla propria intelligenza; giovane donna che
ha saputo trasformare la rabbia per le umiliazioni in
equilibrata consapevolezza di sé; donna appassionata, ma
decisa a mantenere la propria rettitudine a prezzo di eroici
sacrifici... La storia è nota, ma riesce comunque ad
avvincere il lettore, che aspetta con ansia la felice
conclusione e la ricompensa meritata per tanta sofferenza
patita. Ingenuo sentimentalismo? Forse. Ma che sollievo per
lo spirito questa profondità di sentire per noi postmoderni
avvelenati dal cinismo! È come riscoprire un linguaggio
dimenticato, quello delle emozioni, delle riflessioni che
portano a scandagliare le ragioni dello spirito. Un balsamo,
dunque.
È un romanzo di formazione, autobiografico; ancora attuale,
al di là di mode e costumi che mutano.
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/08/30/jane-eyre/#more-1148 |
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Giuseppe Cagnato
L’Apocalisse di Marco
Nulla die 2015 |
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Questa storia racconta la ben meritata
apocalisse che si abbatte sulla Terra.
Artefice della catastrofe è Catastrofe, un bizzarro
non-umano che diventa la guida di Marco, a cui è affidato il
compito di far ricominciare la vita umana sulla Terra dopo
la distruzione totale.
Sua è la voce narrante di questo racconto, che è una storia
dentro la storia.
Ad una trama fantascientifica si accompagna la registrazione
realistica dell’esistenza di Marco, della sua famiglia e di
chi lo circonda, tutti personaggi delineati con ironica
precisione e presentati come maschere della commedia umana.
Ne risulta una storia divertente, che scorre via senza
intoppi e la conclusione è imprevedibile.
Ma non è che si ride e basta, c’è dell’altro: c’è la rabbia.
La rabbia, pienamente giustificata, per il tradimento delle
speranze in un mondo migliore. E c’è ancora dell’altro: c’è
la malinconia per la sorte del genere umano. Perché noi
umani siamo cialtroni, ma non possiamo fare a meno di
sentire il calore umano, di cercare l’abbraccio degli altri.
E di soffrirne l’assenza.
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/05/31/apocalisse/ |
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Alessandro Baricco
La Sposa giovane
Feltrinelli 2015 |
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La Sposa giovane è uno dei personaggi senza
nome proprio che popolano questa storia.
Solo il maggiordomo (personaggio eccezionale) ha un nome
proprio, Modesto, gli altri sono semplicemente il Figlio, la
Figlia, il Padre, la Madre, lo Zio: entità metafisiche o
divinità pagane, prive di quel senso morale che risulta per
i miseri umani un pesante fardello. La Sposa giovane, in
quanto fidanzata del Figlio, entra in questo mondo dove la
vita si svolge secondo riti precisi, regolati con
insuperabile maestria da Modesto.
La trama è tracciata con sapienza e con quel tanto di
furbizia che stimola l'attesa del lettore.
Si ha l'impressione che il mestiere copra l'ispirazione. C'è
una costante ricerca dell'originalità, del non scontato, che
a volte sconfina con la bizzarria.
Interferisce con la vita dei personaggi la presenza
dell'autore, che mescola ai fatti della storia le sue
vicende, i suoi problemi, le sue riflessioni sul mestiere
dello scrivere. Anche le sue ossessioni, soprattutto quelle
sessuali, che si dipanano in modo ambiguo, al limite del
pornografico: alcune scene sembrano gratuite, non necessarie
all'economia della storia.
Tutto sommato è una favola scabrosa.
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/06/23/la-sposa-giovane/#more-1125 |
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Tony Bellotto
Bellini e gli spiriti
Traduzione di Cinzia Buffa
La Biblioteca di Repubblica-L'Espresso 2014 |
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Bellini è un investigatore non più giovane,
cinico e disilluso, piuttosto superficiale e sboccato; le
sue aspirazioni sono primordiali ed il sesso è praticamente
in cima alla lista. Del resto tutto il romanzo è infarcito
di volgarità e non brilla certo per raffinatezza, la storia
narrata ha risvolti sordidi (però è abbastanza normale
trattando di crimini), ma la trama è ben strutturata e molto
"cinematografica", adatta a trasformarsi in una di quelle
serie poliziesche che ormai infestano i programmi di ogni
tipo. E come a volte si ha voglia di veder qualcosa da
dimenticare rapidamente, così, almeno per me, funziona
questo libro.
C'è da dire che, alla fine, la narrazione si addolcisce e
diviene meno greve; il nostro personaggio si rivela meno
rozzo di quel che sembrava e la storia si arricchisce di
toni più intimi.
L'autore è nato a San Paolo; è anche chitarrista e
compositore del gruppo rock brasiliano Titãs.
Bellini, il personaggio di tutti i suoi gialli, ha avuto un
grande successo ed è diventato il protagonista di film e di
serie televisive.
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/07/01/bellini/#more-1129 |
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Alexandre Dumas
Il conte di Montecristo
Traduzione di Margherita Botto
Einaudi 2014 |
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Ecco un romanzo di cui
tutti conoscono la trama. Eppure credo che non ci sia
lettore che si sottragga al suo fascino (che sia una droga?)
Che cosa si deve giurare prima di intraprendere questa
lettura?
Di non provar rimorso guardando l'orologio che senza che ve
ne accorgiate ha fatto un bel balzo in avanti; di non
pentirvi osservando là sul tavolo una pila di libri
"importanti" iniziati e non ancora finiti; di non
scandalizzarvi di fronte a palesi errori cronologici,
assurde digressioni, zeppe e ripetizioni; di non
infastidirvi per qualche tiritera, piena di sentimenti
elevati e di banalità, inneggiante al buon senso comune più
conformista;di non storcere il naso per la sciattezza dello
stile.
A chi è consigliato? A chi non avrebbe tempo da perdere, ma
si è detto: "per rilassarmi un po', mi leggo qualche pagina,
ogni tanto, di questo mirabile Dumas, così, tanto per fare
una pausa..."
Finito il tomo di più di 1200 pagine (lette di fiato per
tutto il tempo che si sarebbe dovuto dedicare alle
incombenze serie), invece di piangere per il poco tempo che
rimane, si piange perché il romanzo è finito.
Mirabile Dumas! Il conte di Montecristo ci ha rapiti nel suo
mondo e finché il libro non si chiude sull'ultima pagina,
non si è più liberi.
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/02/21/mirabile-dumas/#more-1109 |
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Irène Némirovsky
L'orchessa e altri racconti
Traduzione di Simona Mambrini
Adelphi 2014 |
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L'Orchessa è l'ultimo
racconto di questa raccolta. La protagonista è una madre,
divorata dall'ambizione, che cerca nel successo delle figlie
e della nipotina una rivincita sui propri fallimenti;
portando così, inevitabilmente, alla rovina le proprie
creature.
Sono racconti apparsi in varie riviste ed in vari periodi,
dal 1932 al 1941; hanno in comune la malinconica amarezza
che avvolge queste donne. E se quello dell'orchessa,
divoratrice delle proprie figlie, è un caso "anomalo",
"malato", forse non è il peggiore: è la normalità che è
terribile. Nella commedia borghese di Madeleine non serve
aggiungere altro allo scandire del tempo che scorre sempre
uguale, siano giorni, oppure anni, o solo ore; è un
continuum di profonda ed amara tristezza, come la strada che
la protagonista continua a percorrere da bambina, da
adolescente, da sposa, da madre, da nonna, un infinito
penare senza gemiti. La solitudine di Ida, ormai
invecchiata, è il risultato del metodico sacrificio di ogni
legame sull'altare del successo. Agnès e Nadine, madre e
figlia, si fronteggiano nella loro reciproca incomprensione
(e molto di autobiografico deve esserci in questo sordo
dolore-rancore). Ed altre figure di donne, storie in cui
l'autrice dispiega le sue raffinate doti di scrittrice: «...
l'asciuttezza, il cinismo venato di pietà, l'abilità nel
delineare in poche pagine un intero mondo» (dal risvolto di
copertina).
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/03/12/orchessa/#more-1113 |
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Umberto Eco
Numero zero
Bompiani 2015 |
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Un po' pamphlet, un po'
divertissement (ma in fondo sembra un reportage), Numero
zero è una realtà deformata? O, purtroppo, è la fotografia
della nostra vita pubblica malata?
Ci sfilano davanti episodi tragici dimenticati dalla nostra
coscienza pubblica così labile e distratta; di conseguenza
non ci stupiamo più di nulla. Non corriamo pericoli di
ritorsioni per aver protestato, perché siamo smemorati e non
ci interessano più tragedie civili come Gladio, P2, colpo di
stato, servizi segreti deviati e così via. E nel presente la
corruzione è un dato di fatto di cui tutti parlano senza
scandalizzarsi: tutto ci scivola addosso e dopo poco si
dissolve nell'oblio.
Il Numero zero è un particolare quotidiano destinato a
diventare uno strumento di ricatto per procacciare affari e
potere al suo editore. Il tutto ambientato a Milano. L'anno
è il 1992, ma si va all'indietro, a sfogliare tristi pagine
della storia italiana e europea dalla fine della seconda
guerra mondiale fino ad oggi.
Protagonisti "positivi" pallidi e malandati, bistrattati da
vicende personali, assai poco fiduciosi nelle proprie
capacità, sono Colonna e Maia, capitati in un bel gruppetto
di cinici "pescatori nel torbido".
http://www.leparoletranoileggere.it/2015/02/10/numero-zero/#more-1080 |
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Patrick Modiano
Via delle Botteghe Oscure
Bompiani 2014 |
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Amnesia, indagine,
ricerca. La ricerca della propria identità può considerarsi,
ad un certo punto, conclusa?
Chiunque si ponga la fatidica domanda (Ma chi sono io
veramente?), non troverà mai la risposta definitiva.
Per questo siamo tutti, almeno un po', Guy Roland, impiegato
in un'agenzia investigativa e affetto da amnesia. All'inizio
la ricerca del suo passato è vaga e inconcludente, sembra
che non possa portare a niente di concreto e il protagonista
è sconsolato. Poi le tracce con qualcosa di familiare si
infittiscono e sembra di arrivare ad una soluzione; ma ecco
che una tessera del mosaico che sta ricostruendo nella sua
mente risulta incongrua e la disillusione lo getta indietro.
Allora, inevitabilmente, Guy si chiede se quei brandelli di
ricordi siano veramente i suoi o se stia immergendosi nella
vita di un altro.
Sembra un libro disperato, ma per fortuna c'è ancora
qualcosa che Guy può tentare, in un altro luogo, in un altro
mondo, magari in Via delle Botteghe Oscure.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/12/18/guy-roland/ |
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Patrik Modiano
Bijou
Traduzione di Irene Babboni
Einaudi 2005 |
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Premio Nobel per la Letteratura nel 2014 è
Modiano, autore di romanzi e racconti poco noti in Italia.
Nelle sue storie ci immerge in una Parigi reale e al tempo
stesso fantomatica.
Un cappotto giallo ed un volto intravisti in mezzo alla
folla del metro: per la diciannovenne che da piccola era
chiamata Bijou è ritornare al mondo che avrebbe voluto
lasciare per sempre; quel volto è la copia invecchiata di
sua madre, scomparsa quando lei era bambina. Bijou segue
quella donna, ma non ha il coraggio di affrontarla. Nei
giorni seguenti la cerca e riemergono così tutte le sue
insicurezze; è come risucchiata da questo passato infelice,
i pochi amici che ha non riescono a trattenerla nel presente
anche se lei cerca disperatamente di uscire dalla sua
solitudine.
Protagonista e personaggi sono figure misteriose, difficili
da inquadrare; e sullo sfondo c'è una Parigi altrettanto
enigmatica, nonostante la descrizione puntigliosa dei
luoghi.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/11/23/bijou/#more-1047 |
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Renzo Darisi
Al 95%
Libro pubblicato dall’autore – 2012 |
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La storia si apre con la cronaca della
presentazione di Ifigenia in Tassili, romanzo in cui
comincia la vicenda (che viene riassunta nella prefazione:
durante un’escursione sul Tassili n’Ajjer in Algeria un
gruppo di amici nota una madre con due figlie adolescenti
vestite in modo stravagante e con strani atteggiamenti. Il
mistero induce a fantasticare su possibili riti simili al
sacrificio di Ifigenia. La vicenda si tinge di giallo con il
ritrovamento di un diario smarrito da una delle due
ragazzine e con la scomparsa delle tre donne. Le ricerche di
Renzo Darisi, lo scrittore, e dei suoi amici li mettono
sulle tracce di una misteriosa setta, Mintaka…)
Poi, con una lentezza tutta veneziana, ci si inoltra nella
narrazione, che è divagante-vagante lungo percorsi “torcelliani”.
Un ritmo che ricorda il silenzioso scivolare sulle acque tra
le isole veneziane, mentre lo sguardo affascinato si riempie
del paesaggio lagunare.
La calma ovattata di questa atmosfera ben presto è
scompigliata dall’inatteso e la storia diventa
particolarmente intrigante, perché franano certezze e cadono
apparenze: quel che sembra non è e gli inganni-disinganni si moltiplicano.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/09/01/renzo-darisi-al-95/ |
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Marcello Fois
Piccole storie nere
Einaudi 2002 |
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Queste storielline non risparmiano niente a
nessuno: tra ragazze, mogli, mariti, parenti e sconosciuti
c’è perfino un monaco greco.
Umanità varia e storie tanto incredibili ed assurde da
sembrare vere, con un tocco qui di umorismo feroce, là di
grottesco, anche con un che di mistero gotico. Sono i casi
del commissario Curreli, che ha il cuore in Sardegna, dove
stanno la moglie e le due figlie e dove chiede, inutilmente,
di essere trasferito.
Curreli guarda le scene dei delitti, soppesa le persone
coinvolte, intuisce quel particolare che sarà la chiave per
risolvere il caso. Poi fa le valigie e si sposta altrove: da
Roma a Fidenza, a Parma, a Torino. L’agente Marchini lo
segue.
Sparse qua e là, come resti dimenticati di una vita normale
impastata di affetti familiari, spuntano lettere e
telefonate: è la vita privata di Curreli e di Marchini.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/12/01/storie-nere/#more-1051 |
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Alan Bennet
Nudi e crudi
Traduzione di Giulia Arborio Mella e Claudia Valeria Letizia
Adelphi 2011 |
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La casa dei Ramsone viene svaligiata,
ripulita, ma proprio completamente.
Mr Ramsone è un avvocato noioso, con la tipica mentalità
piccolo-borghese, pieno di sé, ordinato in modo maniacale,
egoista; ha un’unica passione vera: Mozart; ed è proprio da
Mozart che cominciano le sue disgrazie…
Mrs Ramsone è una donna annoiata (… se il marito è noioso, è
comprensibile), è apparentemente sottomessa al marito che
mai si azzarda a contrariare, anche lei è molto borghese, ma
con una certa curiosità nei confronti del nuovo e del
diverso.
Le vicende del dopo-furto si susseguono con divertenti
trovate demenziali, con soluzioni e spiegazioni strampalate.
E’ un romanzo superficiale? Forse. Cattivo certamente.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/06/11/nudi-e-crudi/ |
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Jonathan Franzen
Libertà
Traduzione di Silvia Pareschi
Einaudi 2011 |
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Come potrebbe essere simboleggiata la
libertà nei primi anni del Terzo millennio? Una libertà
minacciata, non palesemente, da innumerevoli vincoli che
inducono le persone a rendersi schiave di comodità e
convenzioni.
La storia si svolge, appunto, nei primi anni del Duemila
negli Stati Uniti. Walter è un uomo mite, molto
responsabile; è un amico maturo e affidabile, un marito
amoroso e un padre autorevole; lui e Patty formano una
coppia esemplare, sono di buona cultura, progressisti,
ecologisti, senza problemi di denaro; hanno due figli,
Jessica e Joey.
Ma questo idillio si spezza e le vicende della vita
provocano cambiamenti anche in chi, come Walter, sembrava
una fortezza inattaccabile. In questo libro si parla di loro
e delle persone (familiari amici conoscenti) che ruotano
attorno alle loro vicissitudini.
La competizione è la dea che governa tutti e la libertà a
cui si aspira è sostanzialmente libertà di competere: il
vero sogno americano.
Una dimensione, quindi, molto individualistica che viene
sottolineata dalla struttura del romanzo, costituito non da
un’unica storia, ma da molteplici racconti: in ognuno c’è la
profonda solitudine che marca chi deve a tutti i costi
dimostrare di essere migliore degli altri. Tante isole. Fino
a quando non ci si arrende e si abbandona la gara.
Finale inaspettato. Forse è il finale che il lettore,
affezionato ai personaggi, desidera; ma rimane il sospetto
che sia stata una concessione.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/06/05/liberta/ |
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Vikas Swarup
I sei sospetti
Traduzione di Seba Pezzani
La biblioteca di Repubblica - l'Espresso 2014 |
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Un giallo, sì; ma anche un bel giro
attraverso l'India contemporanea, in mezzo alle sue
innumerevoli genti con lingua usi credenze diverse; paese
affascinante, eppure terribile per la sua ferocia, per
l'ingiustizia sociale e per la corruzione che dilaga e si
trasforma, ma non sparisce; l'unica costante che rimane è
l'avvilente sopraffazione dei deboli, dei poveri, degli
emarginati.
La struttura è semplice ed ordinata: il libro si apre con la
rubrica di un giornalista che racconta l'omicidio; continua
con la presentazione dei sei sospetti, quindi indica i loro
moventi; segue una sezione sulle prove e il tutto è chiuso
dalle pagine della soluzione e della confessione.
Il fatto: un ricco e corrottissimo rampollo di un potente
uomo politico (nonché mafioso) viene ucciso; i sospetti sono
sei.
La narrazione scorre veloce, diretta, senza astuzie
letterarie. I commenti dell'autore sugli aspetti della
società dell'India non risparmiano le critiche, anche aspre.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/08/18/caos-india/#more-1019 |
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Tiziano Scarpa
Stabat mater
Einaudi 2008 |
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A Venezia l'Ospedale della Pietà raccoglie
orfane e abbandonate. Le bambine con predisposizione vengono
istruite nella musica, le altre diventano inservienti e
lavorano in cucina. Alle suonatrici viene impartita una
buona educazione che a volte permette loro di contrarre un
buon matrimonio. Cecilia, sedici anni, soffre di insonnia.
Alla notte si alza e in un posticino tutto suo scrive
lettere alla "Signora madre" che non conosce. Le giornate
scorrono tutte uguali; le ragazze suonano nella chiesa
dietro una grata al riparo degli sguardi di tutti. Cecilia
annega nella sua sensazione di nulla... Finché arriva
Vivaldi.
La conclusione é racchiusa nella carta verdeazzurra trovata
su Cecilia quando fu abbandonata, neonata, all'Ospedale.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/08/17/cecilia/#more-1010 |
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Sam Eastland
L'occhio dello zar
Traduzione di Giancarlo Carlotti
Il Saggiatore 2010 |
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Primo romanzo incentrato sull’investigatore
Pekkala, il finlandese divenuto famoso per essere stato uno
dei più potenti uomini dell’ultimo zar.
I capitoli alternano la narrazione del presente (punto di
partenza: Siberia 1929) con la memoria del passato; nel
ricordo riaffiorano l'infanzia, quando Pekkala giocava con
il fratello, e poi l'adolescenza, e via via il lavoro con
suo padre, la rivalità con il fratello e le vicende che lo
condussero a diventare quel famoso Pekkala, l'occhio di
smeraldo, l'occhio dello zar. E poi, per quanto incredibile,
questo stesso Pekkala, lo ritroviamo agli ordini di Stalin…
Romanzo affascinante, che fa rivivere con incredibile
realismo situazioni storiche che già di per sé sono
ammantate di mistero, come la sorte dei Romanov dopo la
rivoluzione, e che sa coniugare fantasie al limite del
credibile con ambientazioni storiche documentate.
Segue una nota storica, con bibliografia essenziale, su
quanto realmente successo ai Romanov.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/09/01/pekkala/#more-1038 |
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Francesca Melandri
Eva dorme
Mondadori 2010 |
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Eva dorme è un romanzo storico, che
ricostruisce con precisione e capacità rievocativa non
comune un periodo tormentato per il Sud Tirolo italiano; è
anche la storia di due donne, Gerda la madre ed Eva la
figlia: è attraverso le loro vicende che prende vita
l'affresco storico di quella stagione;.
Il romanzo è denso di emozioni, di sentimento, perché i
personaggi acquistano una profondità psicologica che ci
colpisce per il carico di umanità spesso dolorosa che
portano in sé; tuttavia è un romanzo rigoroso e razionale
per l'acutezza con cui viene dipinta la situazione sociale e
politica e contiene riflessioni profonde che danno respiro
ampio, universale, a dati specifici e particolari.
È un romanzo scritto molto bene, lo stile è lucido, senza
rinunciare ad una certa suggestione poetica; uno stile
appassionato, ma non retorico.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/09/28/eva-dorme/#respond |
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Zhang Ailing
La storia del giogo d’oro
postfazione di Alessandra Cristina Lavagnino
traduzione dal cinese e note di Alessandra Cristina
Lavagnino |
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Essere cattivissime non paga, procura odio e
solitudine, anche un certo disgusto da parte di chi sta
attorno, ma tante volte non è propriamente una scelta; in
certe persone equivale ad un istinto di distruzione ed
autodistruzione che falcia tutto.
Di basso rango, bella e intelligente, Qiqiao entra a far
parte di una nobile famiglia di Shanghai; siamo nel 1913 e
lei, in mezzo allo sfacelo della vecchia Cina, è diventata
moglie di un invalido; accumula un sordo rancore che si
tramuterà in quell’odio che tutto travolge.
La narrazione procede come una rappresentazione teatrale,
con una sceneggiatura accurata nelle descrizioni degli
ambienti e nella presentazione dei personaggi.
Ad un certo punto diventa il freddo resoconto di come la
protagonista distrugga tutto ciò che la circonda con
metodica ed irrefrenabile sicurezza.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/07/19/la-storia-del-giogo-doro/ |
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Alice Munro
Chi ti credi di essere?
Traduzione di Susanna Basso
Einaudi 2012 |
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Rose cresce in un piccolo
paese, West Hanratty, in una realtà provinciale dalla quale
tenta in tutti i modi di fuggire, ma alla quale ritornerà,
almeno con il cuore, perché scopre, nel corso della sua
vita, che le proprie radici sono vitali e non si possono
spezzare perché il rischio è di perdersi.
Dieci capitoli, dieci racconti, ognuno con una propria
autonomia, narrano l'esistenza della protagonista (che è
Rose, ma anche Alice), dall'infanzia all'età adulta: la
piccola Rose in conflitto con la matrigna Flo, donna che
avrà un'importanza fondamentale nella sua vita, poi la
scuola di base e il liceo, la fuga verso Toronto,
l'università e l'amore di Patrick, il matrimonio, la figlia
Anne, le avventure sentimentali, e la vita che scorre in
mezzo ad aspirazioni più o meno frustrate, tra delusioni e
ricordi, per ritornare a Flo, figura emblematica che
rappresenta il desiderio di affrancarsi in perenne conflitto
con la paura di perdere qualcosa di sicuro e consolante come
un rifugio.
Attraverso il quotidiano Rose acquisisce una saggezza di
"sopravvivenza" che ne fa un personaggio toccante. E nessuno
sa essere così toccante sotto l'apparenza del distacco come
Alice Munro.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/04/22/alice-munro-ti-credi-essere/#more-966 |
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Joseph Roth
Fuga senza fine
Una storia vera
Traduzione di Maria Grazia Manucci
Adelphi 1999 |
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Franz Tunda, tenente
dell’esercito austriaco, prigioniero dei Russi nel 1916,
riesce a fuggire; per tre anni vivrà in Siberia con un
polacco, Baranowicz, che diventerà per lui un fratello.
Deciso a tornare a casa, rimane preso dentro le vicende
della rivoluzione russa; torna quindi in Europa: Vienna,
Berlino, Parigi, sempre in fuga, sempre alla ricerca –
blanda – di Irene, la fidanzata lasciata alla partenza per
il fronte.
Franz Tunda non appartiene a nessuno dei mondi che
frequenta, né al rude e selvaggio habitat siberiano, né
all’esaltante tumulto rivoluzionario russo, né all’establishement
staliniano, né ai riti sociali della borghesia europea tra
le due guerre. Vede tutto ciò attraverso un vetro, in una
condizione di separatezza; tutto gli è estraneo,
indifferente; in definitiva, si rivelerà nella sua vera
natura: inconsistente e superfluo.
Il racconto scorre rapidamente, in uno stile che incanta per
la sua capacità di evocare tormentosi avvenimenti con
levità, a volte con ironia, senza comunque perdere la
dimensione tragica che connota il franare di una vita e di
un’epoca.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/05/15/tunda/#more-1001 |
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Irène Némirovsky
David Golder
Traduzione di Margherita Belardetti
Adelphi 2009 |
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Golder si rifiuta di aiutare
il suo socio Marcus, che ormai è rovinato. Si apre così la
porta di quel mondo degli affari in cui sono immersi Golder
e Marcus, un mondo in cui si vale solo per la capacità di
far soldi; non esiste affetto, né compassione, nemmeno
all’interno della propria famiglia. Golder sa di valere solo
per quello, produrre ricchezza.
Una storia crudele, spietata, non c’è sollievo né speranza
di riscatto. I personaggi sono tratteggiati con mano ferma,
incisi con la precisione chirurgica di chi vuol mettere a
nudo le miserie umane. Quando ha scritto questo romanzo,
l’autrice aveva appena ventisei anni. Uno sguardo così
giovane e tuttavia così disincantato è difficile da
sopportare.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/06/03/david-golder/ |
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Massimo Carlotto – Marco
Videtta
Nordest
e/o maggio 2009 |
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Per chi vive nel Nordest è
come leggere cronaca locale; si sente subito aria di casa,
anzi “puzza” di casa. Perché di puzza si tratta, quella non
metaforica dei rifiuti scaricati illegalmente e poi portati
al Sud, e quella morale di una classe di arricchiti tramite
affari poco puliti, e comunque senza rispetto per il
territorio, senza solidarietà, senza coscienza civile.
In questo ambiente matura il delitto di una giovane donna,
che nell’ambiguità dei suoi comportamenti conservava ancora
un briciolo di coscienza. Attorno a questa giovane, altri
giovani, disorientati, senza valori, disperati, a volte
decisamente persi in pratiche delinquenziali. Si sa, i
rampolli degli industriali sono dei bambocci, non
all’altezza dei genitori, ma all’altezza di che? Della
mancanza di scrupoli, della disinvoltura affaristica, della
fuga in Romania per produrre a costi bassi e senza
“impedimenti” ecologici o/e fiscali.
Detto ciò, il romanzo non è un trattato sociologico, è un
vero romanzo giallo, appassionante, dall’intreccio sapiente;
lo stile non è molto raffinato, ma è impossibile non
leggerlo di seguito, fino alla fine, tralasciando qualsiasi
riserva. In ciò si riconosce una capacità narrativa
incontestabile.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/07/18/nordest/ |
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Robert Wilson
L’uomo di Siviglia
Traduzione di Paola Merla
Longanesi 2004 |
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Protagonisti della storia
sono un pittore famoso, Francisco Falcón, e suo figlio,
l’ispettore capo Javier Falcón, che si trova ad indagare su
delitti terribili, in cui l’assassino ha inflitto alle
vittime tormenti “visivi” talmente crudeli da indurli ad una
morte atroce.
Sullo sfondo una Siviglia estenuata dalla Semana Santa e
dalla Feria.
Ma non sarà un’indagine come le altre, perché l’ispettore si
accorge subito che il suo intervento viene turbato da foschi
presagi e ben presto il percorso attraverso questi delitti
diventa un viaggio dentro il suo passato.
Molti i personaggi, intricatissima la trama, che tuttavia si
snoda in modo razionale, anche se tortuoso.
Consigliato a chi sta per andare in vacanza a Siviglia.
(Anche se è decisamente meglio una buona guida).
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/05/19/luomo-di-siviglia/ |
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Georges Simenon
Le zie
traduzione di Francesco Rigamonti
Oscar Mondadori 1969 |
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Montilly, un paese di mare
nella sonnolenza della provincia francese; due donne che da
sole dirigono una fattoria e un allevamento di cozze; Jean ,
il loro giovane nipote, bravo lavoratore, spensierato nei
divertimenti, ammirato dalle ragazze.
Un mondo tranquillo, monotono, scandito da giorni sempre
uguali, finché Marthe rivela a Jean di essere rimasta
incinta.
Questo l’incipit di una storia che diventa sempre più cupa e
disperata proprio nell’assenza di vera capacità di
disperazione, perché tutto ha il lento trascorrere della
marea che a ritmi regolari fa emergere il fondo e poi lo
ricopre, continuamente, continuamente…
Jean prende coscienza a poco a poco che la sua vita è sempre
stata regolata dalle sue “misteriose zie”, che lo trattano
da bambino, che lo amano e lo proteggono, ma che non lo
lasciano crescere.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/07/31/le-zie/ |
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Andrea Camilleri, Giancarlo
De Cataldo, Carlo Lucarelli
Giudici
Einaudi 2011 |
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Tre periodi della storia
italiana, tre tipologie di illegalità, tre modi di
affrontare le storture di questo nostro paese, tre giudici e
tre racconti.
Nel primo il giudice Surra viene inviato a Montelusa a
riorganizzare il Tribunale del dopo-Unità; qui il magistrato
diventa eroe senza rendersene conto, solo con la sua
“ingenuità” che lo induce a fare semplicemente il suo
dovere; ma in certi ambienti, fare il proprio dovere
equivale ad essere eroi.
Nel secondo racconto un magistrato donna, giovane, minuta,
indifesa, considerata poco importante (e per questo le viene
assegnato di scorta solo un uomo, Ferro) arriva a Bologna
per indagare su un caso di bancarotta fraudolenta; la fine
di questa sua storia coincide con l’attentato alla stazione
di Bologna e la legge si trova a fronteggiare la piaga della
devianza dei servizi segreti. La giovane donna ci fa capire
che non è necessario essere esperti e navigati per avere un
ruolo importante nella difesa della legalità.
Con il terzo racconto siamo all’oggi, dove sempre più
l’illegalità e la corruzione permeano la vita politica; il
magistrato Ottavio Mandati con il suo impegno ci racconta
che non serve essere amati e ammirati dal popolo-spettatore
per tentare di far trionfare la giustizia.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/09/15/giudici/ |
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Emir Kusturica
Dove sono in questa storia
Traduzione di Alice Parmeggiani
Feltrinelli 2011 |
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Per chi ama i film di
Kusturica questo romanzo è la guida perfetta alla
comprensione della sua opera cinematografica: si ritrova,
nel libro, l’estro brioso (alla “Chagall”, dico io) delle
scene in cui succedono cose stranissime e tremende nella
loro surreale innocenza.
Il regista racconta la sua opera, ma anche la sua vita, i
sentimenti profondi che lo legano alla sua terra e alla sua
famiglia, i ricordi, le speranze, le delusioni, le amicizie
(come quella con Jhonny Deep).
È un libro costruito a mosaico, con tante tessere buttate lì
alla rinfusa, che trovano una loro collocazione quasi
onirica; scrive nello stesso modo in cui dirige i film. Un
bel libro.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/04/13/dove-sono-in-questa-storia/ |
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Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Il gattopardo
Feltrinelli 2011 |
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Ogni tanto bisogna rileggere
i capolavori della nostra letteratura, senza lasciarsi
intimidire: spesso si scopre che non sono così noiosi come
potremmo pensare e che comunque regalano una profondità di
pensiero rara ed illuminante per il nostro presente.
“Il gattopardo” è certamente una pietra miliare della
letteratura italiana.
Ci racconta di una Sicilia perennemente addormentata e
disperatamente persa nella sua impossibilità di riscatto: un
mondo travolto dalla novità che avanza, dove saranno
accettati dei cambiamenti, sì, ma senza che nulla muti; dice
Tancredi allo zio: «Se vogliamo che tutto rimanga come è,
bisogna che tutto cambi.»
Disperante, e vero.
Uno stile nitido, senza sbavature. Un linguaggio preciso.
Una prosa preziosa, poetica e allo stesso tempo razionale,
mai approssimativa.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/05/24/il-gattopardo/ |
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Marcela Serrano
Dieci donne
Traduzione di Michela Finassi Parolo e Tiziana Gibilisco
Feltrinelli 2011 |
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“Le donne, tra donne,
riescono a non sentirsi sole. Gli uomini, tra uomini, invece
no”: è la filosofia sottesa al romanzo, è il motivo per cui
mi piace questa storia, anzi queste storie, dove ogni donna
parla con la sua voce e racconta la sua vita; solo Natasha è
raccontata dalla sua assistente, perché Natasha è la
psicoterapeuta del gruppo, è al di fuori ma allo stesso
tempo dentro ogni donna, dentro l’indifferenza di Francisca,
dentro la solitudine della vecchiaia di Mané, dentro le
angosce di Juana, di Simona, di Layla, di Luisa; e poi ci
sono Guadalupe, Andrea, Ana Rosa, tante donne, tutte diverse
nelle loro personalissime tragedie più o meno intrecciate a
vicende epocali, dall’Olocausto alla dittatura di Pinochet,
dalla stagione del femminismo all’infinito orrore del
conflitto arabo-israeliano.
Tutte segnate, ferite dalla violenza di un mondo spesso
ostile, nella migliore delle ipotesi accondiscendente, un
mondo che costringe al cinismo per sopravvivere.
Tra queste voci narranti si sta come tra amiche o sorelle,
che ti raccontano le loro sofferenze e le loro gioie.
Sguardo femminile sul mondo, e messaggio alle giovani donne:
una rete lunga, nello spazio e nel tempo.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/02/02/dieci-donne/ |
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Andrea Camilleri
La creatura del desiderio
Skira 2013 |
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Alma Mahler: una figura,
forse, emblematica di un’epoca, anzi di una “bella epoca”, e
dunque complessa e contraddittoria, fatua e profonda,
appassionata e fredda calcolatrice, soprattutto fedele a se
stessa nel volere per sé ogni bellezza ed ogni agio. Così ce
la possiamo immaginare, ammantata del fascino che
riverberano su di lei i tanti ingegni che l’hanno amata.
Qui si racconta la passione per lei di Oskar Kokoschka; il
loro incontro avviene un anno dopo la morte di Gustav
Mahler, il primo marito di Alma.
Una relazione tumultuosa nasce tra Alma ed Oskar, interrotta
dopo due anni dalla donna. Il pittore ne rimane sconvolto,
nemmeno l’arruolamento al fronte sopisce il cocente dolore;
riabbracciare Alma diventerà per lui un’ossessione.
http://www.leparoletranoileggere.it/2014/01/13/la-creatura-del-desiderio/ |
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Ray Bradbury
L’albero di Halloween
Traduzione di Annalisa Mancioli
Mondadori 2005 |
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Notte di Halloween: otto
ragazzi girano per le case, mascherati, recitando la solita
formula scherzetto-dolcetto, rammaricandosi che uno di loro,
il più divertente ed esuberante, non sia con loro; vedono un
grande albero con centinaia di zucche intagliate appese ai
suoi rami e comincia così la loro avventura attraverso il
tempo e lo spazio, alla ricerca del loro compagno, ma,
contemporaneamente, per scoprire le origine di questa festa.
Libro dedicato ai ragazzi, sa coniugare l’aspetto didattico
con quello ludico in una effervescente e immaginifica
narrazione.
Con levità tratta un tema imprescindibile: la paura della
morte.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/12/28/lalbero-di-halloween/ |
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Georges Simenon
Maigret a New York
Traduzione di Emma Bas
Adelphi 2000 |
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Il commissario è ormai ex,
perché è in pensione e come tutti i bravi pensionati,
ritiratosi a Meung, gioca a carte e cura l’orto. Ma c’è un
figlio qui in Francia che è preoccupato per il padre che sta
a New York e si rivolge a Maigret. Così il pensionato lascia
le sue tranquille occupazioni e attraversa l’Atlantico.
Come spesso gli succedeva nel pieno delle sue funzioni, in
questo ambiente a lui estraneo trova ostilità e chiusure,
anche se il collega americano O’Brien lo aiuterà con
simpatia.
Quando arriva Maigret in un luogo tutto si adatta alle sue
abitudini e diventa francese, perfino New York può sembrare
Parigi.
A New York Maigret porta tutto se stesso, soprattutto il
fastidio profondo verso i delitti che coinvolgono le persone
deboli ed indifese. E qui ha a che fare con persone che non
pagheranno mai per le loro azioni, penalmente non rilevanti.
La pietà per il colpevole-vittima lo porta a preferire la
compassione umana al trionfo di una giustizia da contabile;
l’altra faccia della medaglia è il disprezzo per chi è il
vero colpevole di tutto, ma è anche un vigliacco che si
sottrae ad ogni punizione perché la sua colpa é “solo”
morale.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/08/03/maigret-a-new-york/ |
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Irène Némirovsky
La moglie di Don Giovanni
A cura di Giorgio Pinotti
Traduzione di Laura Frausin Guarino
Adelphi 2009 |
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Clémence, ex domestica, alla
vigilia di un’operazione da cui non sa se uscirà viva,
scrive a quella che un tempo era la sua adorata “Signorina
Monique”, che ora è sposata, ha due bambini e vive a
Strasburgo;nella lettera svela dolorosi segreti del passato
sui suoi genitori e sul quel mondo che sembrava un paradiso,
ma che nascondeva miseria morale e crudeltà.
L’uso delle maiuscole ( la Signorina, la Signora, il Marito,
la Famiglia…) segna una distanza, che è prima di tutto
quella rigorosissima di natura sociale tra la servitù e i
padroni, ma che anche rivela lo scarto tra apparenza e
realtà; in questo scarto si insinua lo sguardo di un
pubblico, quello della servitù, volto ad osservare (e
criticare) lo spettacolo della mondanità: sfarzo,
divertimento, rapporti disinvolti, ricchezza, avidità, e
tanta ipocrisia.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/07/26/la-moglie-di-don-giovanni/ |
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J.G.Ballard
Il mondo sommerso
Traduzione di Stefano Massaron
Feltrinelli 2007 |
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Kerans fa parte di una
squadra di ricercatori che, sotto la guida del colonello
Riggs, perlustra ciò che resta di intere città sommerse in
seguito a cataclismi che hanno sconvolto il clima,
producendo un innalzamento delle temperature con
scioglimento di ghiacci e progressivo allagamento di tutto
il pianeta. L’umanità è stata decimata, coloro che sono
sopravvissuti sono psicopatici, malnutriti, contaminati.
Kerans, convinto della propria prossima fine, è anche
consapevole che per l’umanità non può esserci salvezza:
l’estinzione è il destino ineludibile; si dirige quindi
verso sud per sprofondare in un ambiente sempre più
invivibile, in un mondo primitivo e selvaggio, quasi un
ritorno alle origini della specie.
Tema interessante e denso di implicazioni, ma il racconto è
frenato da numerose considerazioni filosofiche che non
riescono a conglobarsi in modo convincente alla narrazione.
http://www.leparoletranoileggere.it/2011/07/26/il-mondo-sommerso/ |
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Dan Brown
Inferno
Traduzione di Nicoletta Lamberti, Annamaria Raffo, Roberta
Scarabelli
Mondadori 2013 |
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A riveder le stelle? Ci
sono cascata di nuovo: avevo giurato di non leggere più
libri di Dan Brown, ma poi è arrivato in casa: era lì che mi
guardava ed io non ho resistito, perché a me piacciono tanto
i giochi. Insomma l'ho cominciato e finito di seguito,
perché l'autore è ingegnoso a costruire le cacce al tesoro,
e molto scaltro a punteggiarle di riferimenti culturali e di
ammiccamenti filosofici.
Aggiungiamo poi temi di scottante attualità (crescita
esponenziale della popolazione del pianeta, manipolazione
genetica); mettiamoci anche tre città, tra le più fascinose
al mondo, Firenze, Venezia, Istanbul, attraverso cui
l'altrettanto fascinoso Robert Langdon si lancia in
rocambolesche investigazioni (anche se, a volte,
infastidisce il tono professorale con cui propina
pedantesche informazioni su monumenti e situazioni storiche
reperibili in qualsiasi buona guida turistica); si arriva
così ad un'operazione commerciale pregevole e di successo.
Mi sono proprio divertita.
Per questo, e per il fatto che chiude “dantescamente” il
romanzo con la parola "stelle", gli regalo un più.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/08/24/inferno/ |
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Jay Parini
L'ultima stazione
Un romanzo sull'ultimo anno della vita di Tolstoj
Traduzione di Lorenzo Matteoli
Bompiani 2010 |
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Condivido l'opinione di
Gore Vidal, che lo considera uno dei più bei romanzi storici
scritti negli ultimi venti anni.
Siamo nel 1910, anno della morte del grande scrittore.
Attorno a lui ruotano familiari e discepoli contendendosi la
sua eredità materiale e spirituale: mentre la moglie lotta
per godere, lei e i figli, dei vantaggi derivanti dai
diritti d'autore, Tolstoj desidera rinunciare ad ogni lusso
e vuole donare le sue opere all'intera umanità. Così la sua
vecchiaia è funestata da contrasti tanto che la sua
aspirazione diventa quella di avere un po' di pace e
soprattutto libertà; la sua fuga diventa un impossibile
viaggio verso la serenità.
Nel romanzo ogni capitolo è il racconto di uno dei
personaggi della storia: Sof'ja Andreevna (la moglie dello
scrittore), Bulgakov (segretario), L.N. (Tolstoj), Dottor
Makovcky (medico e ardente ammiratore), Sasha (la figlia),
Certkov (l'amico di Tolstoj odiatissimo dalla moglie).
Queste voci si alternano raccontando la vita dell'ultimo
anno dello scrittore, ognuno dal proprio punto di vista.
L'autore di questo romanzo, Jay Parini, ha trovato, ed
usato, i diari che molti membri del circolo familiare di
Tolstoj avevano tenuto.
Nella postfazione scrive:«Leggendoli uno dopo l'altro (i
diari) era come guardare la stessa immagine attraverso un
caleidoscopio. Fui presto affascinato dalle simmetriche
vicende esistenziali che venivano esposte».
In effetti ne è nato un romanzo affascinante.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/07/09/lultima-stazione/ |
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Sof'ja Tolstaja
Amore colpevole
A proposito della «Sonata a Kreutzer» di Lev Tolstoj
Traduzione di Nadia Cicognini
La Tartaruga edizioni 2009 |
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La Tolstaja è una
scrittrice di talento offuscata, con il suo consenso, dalla
genialità del marito. In questo breve romanzo (seguito da
una altrettanto breve autobiografia, assai interessante per
capire, anche, l'uomo Lev Tolstoj) la protagonista è Anna
(una sorellina della Karenina?), giovane bellissima dalle
nobili aspirazioni che si trova sposata ad un uomo che vede
in lei solo l'appagamento dei suoi desideri e che la rende
del tutto infelice non comprendendone la profondità
spirituale.
Anna rimarrà a tutti costi fedele e sottomessa al suo
distruttore, mentre dentro di sé non può far altro che
pensare:«Possibile che sia tutta qui la nostra vocazione
femminile? - pensava Anna. -Mettere il proprio corpo a
disposizione di un neonato e poi di un marito? Per sempre!
Ma dov'è finita la mia vita? Dov'è finito il mio io?
Quell'io autentico che una volta aspirava a elevarsi e a
servire Dio e i propri ideali? Stanca, sfinita, soccombo.
Non ho una vita mia, né terrena né spirituale. Eppure Dio mi
ha dato tutto: salute, forza, doti... e persino felicità.
Perché dunque mi sento così infelice?».
Leggendo l'autobiografia di Sof'ja si può immaginare che
potessero, talvolta, essere simili i suoi pensieri,
specialmente quando il grande marito, sconvolto da crisi
esistenziali, le inflisse immeritati dolori, lasciandola,
alla fine, per andarsene lontano da lei a morire.
Dopo aver letto il romanzo di Parini, L'ultima stazione, è
utile sentire anche la voce di Sof'ja, per capire le sue
ragioni e, direi, renderle giustizia.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/07/09/amore-colpevole/ |
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Don DeLillo
L'angelo Esmeralda
Traduzione di Federica Aceto
Einaudi 2013 |
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"Ecco il mondo, piccole
mele verdi e malattie infettive"
Lucide allucinazioni: una coppia che non riesce a rientrare
dalle vacanze, due uomini che osservano la Terra dallo
spazio, un giovane che fa jogging, una straniera ad Atene
durante un terremoto, una vecchia suora, una ragazza che
visita una mostra di fotografie, due studenti in un collegio
sperduto, dei detenuti particolari, un tizio che per
professione guarda film; presenze sperdute in un mondo
parallelo, ma poi ci si rende conto che parlano la nostra
lingua e vivono il nostro tempo, in pieno, con tutte le
angosce del presente. Ognuno di loro sembra un sopravvissuto
a qualche catastrofe nucleare, ognuno con l'acuta nostalgia
del mondo perduto, ma poi quel mondo è solo e semplicemente
il mondo sognato che mai potrà realizzarsi.
E ognuno sembra stare lì, ad aspettare una fine imminente.
«... uomini e donne bloccati in qualche specie di limbo,
figure inquiete che tentano di imporre teorie e desideri a
un mondo caotico, privo di senso».
La scrittura dell'autore ha una qualità particolare, «...
quella di raccontare il presente, ciò che stiamo vivendo,
ciò che siamo ora, con una tale precisione, una tale
concentrazione dello sguardo, da dare l'impressione di
prevedere il futuro. Non è un caso che l'aggettivo più
spesso accostato a DeLillo sia "profetico"...». (le
citazioni sono riprese dai risvolti di copertina)
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/06/24/langelo-esmeralda/ |
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Arnaldur Indridason
Le abitudini delle volpi
Traduzione di Silvia Cosimini
Guanda 2013 |
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Un mondo ghiacciato, neve
neve e neve, un po' di caldo solo nei ricordi di brevissime
estati. Un mare freddissimo pronto a inghiottirti nel suo
gelo. Aggrapparsi alla vita è più faticoso che lasciarsi
andare al dolce sonno del congelamento.
Ovunque un opprimente senso di claustrofobia, incredibile in
un ambiente così aperto e naturale: tutto quel bianco
diffuso costruisce barriere mentali che tolgono il respiro.
Erlendur, ispettore di Reykjavik, torna nel villaggio sulle
rive di un fiordo dove ha trascorso la sua infanzia,
interrotta tragicamente dalla scomparsa del fratello minore
in una bufera di neve; non sa neanche lui che cosa cerca
(forse «Scoprire verità che si erano perdute, erano state
dimenticate e non sarebbero mai state ritrovate.»),
piuttosto sono gli eventi a cercare Erlendur, che si trova
così ad indagare su un'altra scomparsa misteriosa, quella di
una donna nel gennaio del 1942.
Tra realtà e ricordi, tra lucida razionalità e dormiveglia
popolato di sogni inquietanti e presenze del subconscio, si
svolge una triste vicenda di amore e violenza in una
comunità ancora scandita da ritmi ancestrali e allo stesso
tempo sconvolta dall'avanzare del progresso.
Un finale emblematico? «Sapeva solo che, in qualche punto
della sua esistenza, il tempo si era fermato e lui non era
mai riuscito a farlo ripartire.»
Non scritto benissimo (ovviamente parlo della traduzione),
ma intrigante - anche se lontanissimo, ubicato lassù, in un
nord siderale, dove sembra che il sole non arrivi.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/07/27/le-abitudini-delle-volpi/ |
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Pino Cacucci
Nahui
Feltrinelli 2010 |
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Non è solo la storia di
Nahui, ovvero Carmen Mondragon in arte Nahui Olín, ma anche
quella di tante donne forti e coraggiose, che hanno saputo
far valere la propria presenza nella società; donne
combattive, con un ruolo importante nella vita culturale e
politica di Città del Messico negli anni Venti, in un
periodo cruciale per la nascita del nuovo Messico. «Negli
anni della rivoluzione, di Emiliano Zapata e di Pancho
Villa. Nel tempo in cui, in nome del popolo e di una libertà
che sembrava lì a due passi, un pugno di artisti e di
intellettuali scosse dalle fondamenta cultura e politica,
creatività e morale di un intero paese.» (dalla quarta di
copertina).
La piccola storia dentro la grande storia, anzi la grande
storia attraverso la narrazione delle vicende particolari di
questa donna bellissima, dagli occhi indimenticabili,
orgogliosa del suo corpo che considerava opera d'arte, al di
sopra delle brame e delle meschinità di chi, quel corpo,
voleva rendere merce.
Un libro interessantissimo per capire la storia tormentata
ma ricca di cultura della società messicana, nelle sue vette
artistiche e nei suoi fanghi di corruzione politica: «(...)
era il 1927 di Città del Messico, la metropoli più
disinibita, in cui si consumava una forsennata, a tratti
delirante, demolizione di ogni moralismo. I comportamenti
provocatori erano spinti da un genuino bisogno di libertà
individuale e collettiva, e quella era la Città del Messico
"postrivoluzionaria" dove si stava finalmente realizzando
una vera rivoluzione, quella che incrinava pregiudizi
consolidati, che metteva in discussione i rapporti tra uomo
e donna, tra sfera politica e privata, tra arte e
commercializzazione (...) mostrava un volto spregiudicato,
pur racchiudendo nelle sue viscere le vestigia del vecchio
regime, tracce di pervicace oscurantismo (...) famiglie
abituate ad affidare l'educazione dei propri rampolli alle
scuole gestite dal clero erede dell'Inquisizione spagnola.»
(pp.168-169)
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/06/13/nahui/ |
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Stefano Benni
Di tutte le ricchezze
Feltrinelli 2012 |
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«... Oggi il vento
autunnale spoglia gli alberi
Dei ricordi ardenti dell'estate
A terra li confonde, ma noi sappiamo
Che ciò che è narrato a noi rimane.»
Si apre con dei versi questa storia; ne è l'autore Martin,
docente universitario in pensione, dedito allo studio di un
oscuro poeta impazzito, morto (suicida?) in manicomio, il
Catena, i cui componimenti compaiono ad intervalli nella
narrazione, come un filo conduttore più dei pensieri che
delle azioni.
Le azioni sono quelle di uno che si avvia sul quel sentiero
malinconico e solitario che è l'invecchiare. Azioni lente e
ripetitive, in attesa di un palpito di vita come le
telefonate del figlio lontano.
Intanto, dalla sua casa ai bordi del bosco e un po' discosta
dal paese di Borgocornio, il professore parla con gli
animali, saggi interlocutori, e vede sfilare (con cadenza
rarefatta) un'umanità piuttosto varia e caratteristica.
Finché arriva chi gli sconvolge la vita e gli regala un
soffio di nostalgica giovinezza: «Non sono innamorato di te,
Michelle, sono innamorato della tua giovane speranza. Delle
speranze che avevo. Vorrei volare ancora, su un aereo, o
sulla schiena del diavolo».
Sono pagine di intensa emozione. Molto pacate, pulite; con
quell'ironia magica che hanno le favole raccontate senza
urlare, ma che sanno essere crudelmente dolorose.
L'autore si rivolge ai lettori all'inizio e alla fine della
storia; anch'io mi rivolgo ai suoi lettori con un
avvertimento: se state invecchiando, leggete cautamente.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/01/13/di-tutte-le-ricchezze/ |
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Martin Suter
Il talento del cuoco
Traduzione di Manuela Cervini
Sellerio 2012 |
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Inizio Marzo 2008, fine
Aprile 2009: in questo lasso di tempo il mondo è sconvolto
dalla crisi finanziaria, dall'altalena delle borse
internazionali, dai contraccolpi della globalizzazione,
dall'elezione di un Presidente nero alla guida degli USA...
(quest'ultima "catastrofe" è tale per certa fascia di
affaristi). Un mese dopo la crisi era già arrivata in
Europa, perfino nell’insospettabile Svizzera.
Ed in Svizzera siamo, a Zurigo.
Qui dallo Sri Lanka è arrivato Maravan, un giovane tamil con
raffinate abilità culinarie ma ridotto a fare lo sguattero
in un ristorante di lusso: il suo stato di rifugiato non gli
permette altro; così lui, che saprebbe svolgere in modo
eccellente l'attività di cuoco è bistrattato, umiliato e
considerato meno di nulla.
La sua vita è resa più ansiosa e difficile dalla necessità
di aiutare la famiglia d'origine che vive nella zona di
scontro tra i terroristi tamil e il governo cingalese: è una
delle tante guerre che si tramutano inevitabilmente nella
strage di popolazione civile e che il mondo dimentica
rapidamente, con sollievo dei trafficanti d'armi che possono
così continuare indisturbati i loro lucrosi affari.
Maravan incontra Andrea, una ragazza svizzera che fa la
cameriera nello stesso locale. Le loro vite si intrecciano e
nasce quella cosa curiosa denominata Love Food (che i
megalomani possono tentare di imitare seguendo le ricette
riportate alla fine del romanzo).
Si legge con leggerezza, ma non è superficiale, né banale.
Anzi.
Il protagonista commuove per quel misto di ingenuità e
sapienza, di timore ed orgoglio, che appartiene ad un altro
mondo dove contano ancora le tradizioni e la religiosità;
commuove perché è indifeso di fronte al cinismo di una
società arrogante che si crede superiore e che invece viene
svelata in tutte le sue miserie.
È anche la storia delle diversità che vivono fianco a
fianco, in mondi paralleli, diversità di razza, di
mentalità, di orientamento sessuale, di grado sociale, di
ricchezza, di potere: se si intrecciano con pari dignità
diventano relazioni umane ricche e significative, ma se al
riconoscimento si sostituisce la sopraffazione, non ne viene
nulla di buono.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/01/07/il-talento-del-cuoco/ |
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Daniel Pennac
Storia di un corpo
Traduzione di Yasmina Melaouah
Feltrinelli 2012 |
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«Adesso, mio piccolo Dodo,
è ora di morire. Non aver paura, ti faccio vedere io come si
fa.»
Una meditazione sulla vita è una meditazione sulla morte - e
viceversa. Una meditazione-cronaca sul crescere,
trasformarsi, deteriorarsi, decadere di un corpo è capire la
vita e la morte.
Questa è la storia del corpo del padre di Lison.
Nell' "Avvertenza" iniziale scrive Pennac:«Taciturno,
ironico, diritto come un fuso, accompagnato da una
reputazione internazionale di vecchio saggio di cui non si
curava minimamente, il padre di Lison, che ho incontrato
cinque o sei volte in vita mia, mi intimidiva. Se c'era una
cosa che non potevo assolutamente immaginare di lui era che
avesse passato tutta la vita a scrivere queste pagine!»
Non sempre è così evidente, ma spesso i libri hanno un sesso
e un'età: questo è di sesso maschile ed ha più di sessanta
anni. La fisicità pervade tutta la storia - del resto è
ovvio, a cominciare dal titolo.
Anche il diario in sé ha un corpo, con tanto di scheletro
(l'importanza delle ossa...): e lo scheletro di questa
storia, con gli ispessimenti ossei accumulati nel tempo, può
essere ricomposto seguendo l'indice analitico.
Curiosa presenza, l'indice analitico, in una narrazione, è
una specie di guida per orientarsi nei meandri di questo
luogo - il proprio corpo - sconosciuto ai più, anche se è la
condizione essenziale - ed unica - della nostra esistenza;
sconosciuto ed ignorato, come qualcosa di cui non si
percepisce più l'importanza.
Se ne trae un insegnamento? Forse questo: a chi è venuto in
mente di separare l'essere in anima e corpo?
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/12/20/storia-di-un-corpo/ |
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Simon Mawer
La ragazza che cadde dal cielo
Traduzione di Massimo Ortelio
Neri Pozza 2012 |
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Non subito, ma abbastanza
presto ci si accorge di essere Marian. Da quando i suoi
piedi toccano il suolo francese il nostro cuore batte con il
suo stesso ritmo, le sue ansie e paure sono le nostre e si
corre a leggere per sapere se riuscirà a cavarsela.
Siamo negli anni Quaranta, lei è Marian Sutro, di padre
inglese e madre francese, ha un fratello, Ned, ricercatore
scientifico e amico di Clément, rimasto in Francia, anche
lui ricercatore; di Clément si era invaghita Marian, ma la
guerra aveva travolto tutto. Ora il governo britannico la
arruola in un'organizzazione che manda aiuto ai partigiani
francesi, ma, nel contempo, le affida un incarico ben più
importante che riguarda, appunto, Clément.
Dopo una dura preparazione in Scozia, Marian è ormai
trasformata e l'avventura comincia; e con l'avventura tutti
i pericoli che sovrastano chi si oppone al nazismo.
Questo romanzo è dedicato a Colette, una delle donne del SOE.
Una nota all'inizio del libro così recita: «Fra il maggio
del 1941 e il settembre del 1944, la sezione francese dello
Special Operations Executive mandò al fronte cinquantatré
donne. Dodici furono catturate e trucidate dai tedeschi e
una morì di meningite durante la missione. Le altre
sopravvissero alla guerra. Alcune di loro divennero celebri
grazie a film e libri, altre rimasero nell'ombra, ma furono
nondimeno straordinarie».
Dopo alcuni capitoli la speranza di chi legge è,
ardentemente, che Marian sia tra le sopravvissute.
http://www.leparoletranoileggere.it/2013/03/03/la-ragazza-che-cadde-dal-cielo/ |
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Andrea Camilleri
Il diavolo, certamente
Mondadori 2012 |
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Fulminei, come un balenio
negli occhi del diavolo. Chiamiamolo come si vuole, zampino
del diavolo, scherzi del destino, casualità... basta un
nonnulla per ribaltare certezze, fortune, vite. Ci sono
filosofi che si accapigliano furiosamente per una teoria,
giovani che si perdono per passione, ragazzini che sono
travolti dalle cattiverie degli adulti, persone avide di
denaro e successo, e tanti tanti esseri umani, uomini e
donne, che intrecciano relazioni amorose con tradimenti
reciproci.
Lui, il Male, è molto capriccioso: a volte è un buon diavolo
che, ad esempio, aiuta gli amanti clandestini, oppure
qualche disgraziato sull'orlo del precipizio; a volte invece
è dispettoso e smaschera quel che dovrebbe rimanere nascosto
per poter sopravvivere; a volte è decisamente "infernale" e
porta morte e distruzione.
Sotto questo sguardo demoniaco, pronto a lanciare quel lampo
che cambia il corso della vita, sfilano passioni, vanità,
ambizioni, desideri e sofferenze di una varia umanità
presentata per quello che è, senza commenti morali.
Un tema scorre sotterraneo per affiorare nell'ultimo
perfetto racconto: la doppia verità, la verità razionale e
la verità della fede.
La raccolta si chiude con questo apologo filosofico (un
altro apre la raccolta) che da solo vale tutto il libro.
I racconti sono 33 ed ognuno è di 3 pagine. Perché questi
numeri? Perché questo titolo?
Così ci spiega Camilleri nella nota alla fine del libro: «So
benissimo che esiste un film di Robert Bresson che in Italia
è stato intitolato Il diavolo probabilmente... e non ho
nessuna remora a confessare d'essermene in qualche modo
impadronito perché è stato proprio quel titolo (il film non
l'ho visto) a farmi venire l'idea di scrivere questi 33
brevi racconti. 33 perché è meglio avere a che fare con
mezzo diavolo che con uno intero.» (333 al posto di 666, che
è il numero della Bestia)
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/10/03/il-diavolo-certamente/ |
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Philip Roth
Goodbye, Columbus
e cinque racconti
Traduzione di Vincenzo Mantovani
Einaudi 2012 |
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Goodbye, Columbus è la
storia d'amore di Neil Klugmann e Brenda Patimkin.
Una storia raccontata con tocco leggero, scanzonato... e non
promette nulla di buono: cominciano così, spesso, le banali
e malinconiche tragedie (piccole, per carità, ma sempre
tragedie) quotidiane. Neil, povero, si avvicina alla società
di arricchiti, volgari abbastanza, sospettosi, di cui fa
parte Brenda, e lei è ai suoi occhi speciale, ma sono occhi
ben aperti che valutano con ironia le stupidaggini ridicole
e la superficialità ignorante di quel mondo vacuo.
La mente acuta, impietosa dell’autore, che fruga nelle
miserie umane, sa anche mostrare compassione per le
sofferenze di questi personaggi né buoni né cattivi,
mediamente intelligenti, a volte banali, anche divertenti,
ma fino ad un certo punto.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/10/25/goodbye-columbus/ |
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Heinrich Böll
Cane pallido
Traduzione di Giovanna Agabio
Einaudi 1999 |
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La guerra non uccide solo
i corpi, ma distrugge ogni soffio di umanità, annichilisce
le menti, devasta le comunità: questi brani (racconti,
frammenti) giovanili presentano già molti dei temi che
ritroveremo nel Böll maturo. Che siano giovanili lo si
avverte in una certa mancanza di distacco dalla materia
narrata.
I curatori di questi inediti informano che i singoli testi
presentano diversi gradi di completezza e qualche
incongruenza cronologica, eppure si avverte una forte
tensione emotiva che dà un tono quasi univoco a storie molto
diverse tra loro (e non sempre complete).
A parte il primo racconto (scritto tra il 1936 e il 1937 e
che mi sembra immerso in una specie di salsa
mielosa-parrocchiale) gli altri brani, scritti
immediatamente dopo la seconda guerra mondiale e la tragedia
del nazismo, ruotano attorno ad un motivo comune:
partenza-ritorno, una specie di arco sotto cui si consumano
amori e dolori mentre il rumore di sottofondo della guerra,
in atto o ricordata, è continuo.
Gli stati d'animo di chi racconta si specchiano nel
paesaggio e alle rovine delle case distrutte, degli orti e
giardini in abbandono, dei paesaggi una volta amati ed ora
deformati - senza speranza di rimedio - corrisponde la
devastazione dei sentimenti - e anche questa sembra senza
rimedio.
In questa incertezza vagano i personaggi con l'inquietudine
di chi cerca sempre qualcosa ma non lo trova mai e il loro
cuore è gettato sempre un po' più in là, verso
l'irraggiungibile.
Chiude la raccolta un aneddoto ("del miracolo tedesco" -
anni Cinquanta) che si distacca dal tono doloroso degli
altri scritti, ma che è un'interessante spiegazione molto
adattabile ai nostri tempi di imperante speculazione
finanziaria.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/11/25/cane-pallido/ |
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José Saramago
Lucernario
Traduzione di Rita Desti
Feltrinelli 2012 |
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Lucernario, «Il libro
perduto e ritrovato nel tempo», è «il dono che l'autore ha
voluto lasciarci perché avessimo ancora qualcosa da
condividere, ora che definitivamente non c'è». (Così scrive
Pilar del Río, compagna dello scrittore negli ultimi dodici
anni della sua vita, giornalista spagnola e traduttrice di
alcuni suoi romanzi).
Siamo a Lisbona, a metà del Novecento, c'è ancora la
dittatura. Lo scrittore narra la vita di sei famiglie che
abitano in un palazzo di un quartiere popolare.
Figure familiari a chi ha letto un po'di Saramago: poveri
esseri dagli orizzonti limitati, ma anche uomini
umili-grandiosi, dal pensiero forte; donne disposte a tutto
pur di avere un po' di sicurezza (e non parlo di Lidia), ma
anche donne di grande dignità e coraggio (e parlo di Lidia,
e di Justina).
La vita di questa gente scorre monotona, con la quotidiana
dose di infelicità e con qualche rara gioia; ma ad un certo
punto arriva l'inatteso che cambia la loro esistenza e fa sì
che nulla sia più come prima.
Un universo vario, che
l'autore ci propone con quella sua capacità di coinvolgerci
nelle vicende di questa umanità, e ci fa interessare, ci fa
vivere la loro vita, ci induce a desiderare di consigliare e
aiutare questi esseri.
Chiuso il libro, si pensa ancora a loro. Perché la cifra di
questa lettura è la com-passione, la partecipazione ai
dolori, alle rabbie, anche all'amarezza degli errori.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/08/07/lucernario/ |
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Pearl S. Buck
Donna imperiale
Mondadori 1965 |
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Vecchio Buddha. Riferito a
una donna non sembra un complimento, ma solo per noi
"barbari" occidentali. Riferito ad una Imperatrice, e dal
suo popolo, è l'apprezzamento più gradito. Nella sua
premessa l'autrice mette in evidenza la grande popolarità
che ebbe questa donna arrivata al potere grazie alla sua
intelligenza e ferrea volontà più che per la sua bellezza
che pure la rendeva affascinante.
In questo libro è racchiusa la sua storia, ma anche quella
della Cina di allora tormentata da rivolte e dall'impatto
sconvolgente e aggressivo con l'Occidente che mandando
avanti i missionari ed usando a proprio vantaggio le
reazioni contro di essi della popolazione cinese tenta in
ogni modo di ottenere basi commerciali e guadagni economici.
L'odio contro lo straniero è una costante del pensiero
dell'Imperatrice.
Lei, bella, colta, intelligente, forte, si oppone
implacabilmente a questa penetrazione e cede solo quando,
ormai, non c'è più modo di resistere. Una donna eccezionale,
una donna orientale che quando guarda verso l'odiato Ovest
vede un'altra donna eccezionale, che lei sente come sorella,
e che le fa da contrappunto: la regina Vittoria.
Contemporanee, con le loro azioni di governo sono l'emblema
dell'incontro-scontro tra Occidente ed Oriente.
L'autrice sembra suggerire che quando una grande donna
governa, è più brava di qualsiasi uomo: in effetti Tzu Hsi
(oggi più spesso denominata Cixi) è in un certo senso
costretta a governare invece degli imperatori che si
succedono - il consorte, il figlio, il nipote - e che si
dimostrano tutti deboli, incapaci e corrotti. Lei sacrifica
tutto, anche il suo unico grande amore, e persegue con
fermezza e autocontrollo i suoi fini, accettando la
solitudine del potere, di cui sente certamente il fascino,
ma anche la gravosa responsabilità. Perché la sua lotta non
è solo per il Trono, ma fa tutt'uno con l'idea di un impero
libero dalle influenze straniere.
Figura grandiosa, anche nei suoi errori; e quel che sembra
egoismo e capriccio rientra, in fondo, nell'alta
considerazione che questa "donna imperiale" ha della carica
che ricopre. L'andamento epico che assume la narrazione la
esalta e la solleva a dimensioni mitiche.
http://www.leparoletranoileggere.it/2012/06/18/donna-imperiale/ |
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