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  E' POSSIBILE TROVARE IL LIBRO  
     
  presso la SEDE dell'ASSOCIAZIONE in via San Zeno 28 Treviso  
     
  telefonando al 346 4788082  
     
   
     
 

...dall’introduzione

Questo libro ha innanzi tutto uno scopo: evitare di dimenticare le vite di tutte queste persone che altresì finirebbero nell’oblio e nel dimenticatoio e che sono la viva testimonianza di quanto, nella storia dell’uomo, la vita umana sia sempre stata messa in secondo piano rispetto al profitto di un potente o di un’azienda.
(…) tutte le persone ascoltate, pur avendo lavorato per lo più nello stesso ambiente, la Fincantieri, hanno una storia tanto diversa da raccontare. Riguarda la personale maniera di stare sul posto di lavoro e, ancora, la propria maniera di vivere il dramma del prepensionamento o la paura di ammalarsi per la lunga esposizione all’amianto, una vera spada di Damocle, che nessuno riconosce ufficialmente e nessuno può togliere.
Maddalena Montin

...dalle testimonianze raccolte nel libro

Pure il clima all’interno del Cantiere era in parte ostile poiché divulgando e discutendo della questione amianto venivo accusato di fare del terrorismo psicologico in quanto intravvedevano il rischio che a lungo andare, lo Stabilimento, venisse chiuso.
Il mondo del lavoro ha sempre vissuto il dualismo fra ambiente-salute e lavoro, sicurezza sul lavoro e paura di perderlo. “Combatto per ottenere ciò che mi aspetta o subisco per paura?”; “Se avrò quello che mi spetta rimarrò senza lavoro?”. Questo dilemma in qualche caso ha trovato una mediazione nel risarcimento salariale: un po’ meno sicurezza per qualche soldo in più.
Adriano Moro

Il mio lavoro era vita per me. Mi divertivo anche un sacco.
Durante la pausa pranzo giocavamo per scherzare con i nostri compagni a lanciarci delle spugne imbevute d’acqua, specie nella stagione estiva, per l’eccessivo calore. Poi abbiamo saputo che quelle spugne erano in lana di amianto. Facevamo di tutto con l’amianto, proprio di tutto.
Renzo Gazzetta

Con gli occhi di bambina vedevo la Fincantieri come una scuola, una grande scuola per tutti perché lì si formavano uomini, capaci di lottare per i propri diritti e uomini che sapevano cosa significasse la parola solidarietà Penso di esser una persona privilegiata perché sapere cosa significa empatia e solidarietà non è da tutti. Sarò romantica, ma sono ancora convinta che insieme si possano cambiare le cose e soprattutto si possano cambiare le coscienze insegnando ai nostri figli il peso e la ricchezza di queste due parole.
Giorgia Tagliapietra (figlia di Sergio, operaio alla Fincantieri)

Sicuramente il dato principale è che non si è capito che la sorveglianza sanitaria, fatta come si deve, potrebbe salvare la vita a moltissime anime. Noi vorremmo che la questione partisse dall’aspetto preventivo, per arrivare poi, se necessario, a quello risarcitorio.
Il mio operato nella sorveglianza sanitaria mi scombussola e mi distrugge; vedo ogni giorno compagni ammalarsi e morire e parlo con i loro familiari che mi raccontano il dramma che stanno vivendo e io vivo al loro fianco l’intera tragedia dalla a alla z. Nessuno si rende conto della gravità della situazione. A me basta poter salvare una vita, anche solo una, e già sento di aver fatto il mio dovere.
Sergio Tagliapietra

 
     
  Locandina Foglio di sala Immagini della presentazione